Giorgio Armani, dallo sport al cinema: lo stilista italiano ha lasciato il segno ovunque

Giorgio Armani, dallo sport al cinema: lo stilista italiano ha lasciato il segno ovunque
Giorgio Armani, Tokyo, 24 maggio 2019 (The Yomiuri Shimbun via AP Images)

E’ morto all’età di 91 anni. Lunedì i funerali in forma privata

Addio a Giorgio Armani. Lo stilista italiano, icona della moda, è morto all’età di 91 anni. Lunedì 8 settembre si terranno i funerali in forma privata e per l’occasione il sindaco di Milano Giuseppe Sala ha annunciato il lutto cittadino. La camera ardente sarà allestita a partire da sabato 6 e sarà visitabile fino a domenica 7 settembre, dalle ore 9 alle ore 18, a Milano, in via Bergognone 59, all’Armani/Teatro.

La passione per lo sport

La passione per la pallacanestro, e per l’Olimpia Milano nello specifico, riportata in auge dopo esserne diventato patron nel 2008, e quella in generale per lo sport italiano, al punto da disegnare le divise che hanno contraddistinto ancor più il Team Italia ai Giochi Olimpici. L’amore di Giorgio Armani per lo sport nel corso della sua vita è stato secondo solo a quello della moda, ma non gli ha impedito di far entrare in contatto due mondi solo apparentemente distanti. Le divise degli azzurri, in una collaborazione iniziata a Londra 2012 e tuttora in vigore, con vista sulle Olimpiadi in casa di Milano-Cortina, non sono mai passate inosservate, simbolo di stile ed eleganza in nome del Made in Italy.

Il marchio EA7

Ma Armani, che nel 2004 ha creato anche un marchio, EA7, declinazione sportiva di Emporio Armani, ha conosciuto e si è rivelato un esempio e mentore anche per numerosi campioni azzurri di tutte le discipline, da Federica Pellegrini a Paola Egonu, passando per Sofia Goggia e la coppia più glamour del tennis nostrano, Flavia Pennetta e Fabio Fognini.

Quel 7 di Emporio Armani è un omaggio ad Andryi Shevchenko, storica stella del Milan (che indossava quel numero in rossonero) diventato amico dello stilista, con cui ha condiviso il passaggio della torcia olimpica in occasione delle Olimpiadi di Torino 2006.

Non a caso l’ex attaccante ucraino è stato tra i primi a ricordarlo. “Il mondo perde un uomo che gli ha insegnato l’eleganza. Io perdo un amico – ha scritto – Grazie di tutto, caro Giorgio”.

Il ricordo delle istituzioni sportive

Il Coni ha esposto le bandiere a mezz’asta – e sarà così per tre giorni – nella sede romana in segno di lutto. Il presidente Luciano Buonfigilio sarà a Milano sabato mattina alla camera ardente. “E’ stato un ambasciatore dell’eccellenza del made in Italy nel mondo e un tifoso speciale del nostro amato sport, del mondo olimpico e paralimpico – ha dichiarato –

Da Londra 2012, attraverso EA7 Emporio Armani, accompagna le missioni a cinque cerchi dell’Italia Team, connotandole di quell’originalità stilistica che ci ha reso e ci renderà fieri di un connubio capace di farci vincere sempre e comunque la medaglia d’oro dell’eleganza. Il Coni e l’intero movimento piangono la sua perdita, ricordandone l’impegno che ha profuso nel nostro ambito grazie a idee avveniristiche, investimenti e passione”.

“Oltre a un amico personale, oggi piangiamo un grande uomo, che ha saputo unire creatività, passione e rispetto per i valori che ci rendono orgogliosi di essere italiani – ha aggiunto Giovanni Malagò, presidente della Fondazione Milano Cortina 2026 – Con la scomparsa di Giorgio Armani lo sport italiano perde un’eccellenza autentica e un compagno di viaggio straordinario. La sua visione di eleganza e stile ha accompagnato generazioni di atleti e ha portato il Made in Italy in tutto il mondo, anche attraverso le divise olimpiche che portiamo nel cuore”.

Il legame di Armani con il basket

Armani però era legato in particolare al mondo del basket, da patron dell’Olimpia, che ha riportato sul trono d’Italia nel 2014 a 18 anni dall’ultimo trionfo. “Rappresenta una gravissima perdita per tutto il basket italiano – ha sottolineato il presidente della Lega Basket Umberto Gandini – La sua lungimiranza, prima con la sponsorizzazione e poi con la successiva acquisizione dell’Olimpia Milano, ha rappresentato negli anni una spinta straordinaria per il nostro movimento cestistico, contribuendo ad accrescerne immagine, popolarità e diffusione in tutto il Paese. A lui va la nostra profonda gratitudine per la passione e l’impegno che ha sempre riservato alla sua squadra, guidandola con visione e determinazione al ritorno tra le grandi del basket italiano ed europeo”.

L’Italia, scesa in campo agli Europei con il lutto sulla maglia nella partita contro Cipro, ha onorato la sua memoria dominando la sfida e dedicandogli la vittoria. “Ho avuto la fortuna nella mia vita di vivere all’estero e Armani era un vanto – ha dichiarato il ct Gianmarco Pozzecco – Oggi avevamo il dovere di giocare questa partita solo ed esclusivamente in sua memoria; questo vestito tra l’altro è Armani ed è una responsabilità in più, ma Armani ci ha fatto e ci fa sentire orgogliosi di essere italiani”.

Quando lo stile incontra il cinema

Tutto iniziò con Richard Gere, nel 1980. Il film ‘American Gigolò’ lanciò non solo l’attore statunitense verso una fruttuosa carriera a Hollywood ma anche quella di Giorgio Armani. Da lì iniziò il suo rapporto indissolubile con il cinema. Vestito con uno dei capi firmati dall’imprenditore italiano scomparso oggi a 91 anni, Gere apparso sul grande schermo con quella giacca destrutturata, pantaloni leggeri, camicie sbottonate e cappotti con cintura a sostituire il tradizionale completo rigido divenne il nuovo rubacuori americano preferito. E ‘Geeorgeeo’, come lo chiamavano da quelle parti, lo stilista più popolare del mondo glamour. Da allora nulla fu più come prima.

L’eleganza Armani è diventata una firma irrinunciabile sui red carpet di tutto il mondo. Il suo legame con Hollywood gli valse la partecipazione a oltre 200 film e, nel 2003, un posto nella ‘Walk of Fame’ di Rodeo Drive. Al punto da meritarsi l’appellativo di ‘sarto’ di Hollywood. Ogni notte degli Oscar brillava di luce propria, grazie agli abiti eleganti per gli uomini e scintillanti per le donne. Il vincitore del premio come miglior attore del 2009, Sean Penn, ritirò la statuetta con un total black indimenticabile, mentre la candidata come migliore attrice Anne Hathaway sfilò sul red carpet con un abito da sera bianco senza spalline, uscito dall’ultima collezione Armani Privé Couture.

Dal tailleur pantalone di Jodie Foster agli Oscar del 1992 al sofisticato look in bianco e nero di Lady Gaga ai Grammy 2022 è stato una continua passerella che testimoniava la capacità della maison di coniugare comfort, qualità sartoriale e raffinatezza senza tempo. Tra i suoi principali fan di lunga data figurano Meryl Streep, George Clooney, Brad Pitt e Sofia Loren che decrisse l’esperienza di indossare Armani come “un’immersione in una calma elegante”. David e Victoria Beckham sono stati i ‘volti’ della sua campagna pubblicitaria di intimo del 2009.

C’è la classe di Armani in Kevin Costner ne ‘Gli intoccabili’ di Brian De Palma, così come nei cult di Martin Scorsese, da ‘Quei bravi ragazzi’ e ‘The Wolf of Wall Street’. I suoi abiti riflettono il potere ma anche la complessità dei personaggi esaltando l’essenza dei protagonisti rendendoli iconici e insuperabili. La sua moda divenne, anche grazie al cinema, un linguaggio universale. E il suo stile sobrio e innovativo ha ridefinito il rapporto tra moda, cinema e società, capace di attraversare le epoche senza mai perdere vigore e fantasia restando aderente ai tempi.

L’impatto dello stile Armani è stato così significativo, non solo sul modo di vestire ma anche sul modo di approcciarsi alla moda, che nel 2000 il museo Guggenheim di New York presentò una retrospettiva dei primi 25 anni di Armani nella moda. “Amo le cose che invecchiano bene, quelle che non passano di moda e che diventano esempi viventi del meglio in assoluto”, ha detto Armani a proposito dei suoi sforzi.

Era molto legato alla nipote Roberta, figlia del suo defunto fratello Sergio. Lei abbandonò una promettente carriera cinematografica per diventare la direttrice delle pubbliche relazioni e spesso rappresentava lo zio, che non era un gran frequentatore di feste, agli eventi mondani. Negli ultimi anni fu un’intermediaria chiave con il mondo delle celebrità. Nel 2006, tutta Hollywood ricorda il matrimonio di grande successo degli attori Tom Cruise e Katie Holmes in un castello medievale fuori Roma, mentre lo zio Giorgio disegnò gli abiti per la sposa e lo sposo. Un ‘film’ di stile per celebrare il più grande.

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