Per Giorgio Armani tutto iniziò con Richard Gere, nel 1980. Il film ‘American Gigolò‘ lanciò non solo l’attore statunitense verso una fruttuosa carriera a Hollywood ma anche quella dello stilista italiano. Da lì iniziò il suo rapporto indissolubile con il cinema. Vestito con uno dei capi firmati dall’imprenditore italiano scomparso oggi a 91 anni, Gere apparso sul grande schermo con quella giacca destrutturata, pantaloni leggeri, camicie sbottonate e cappotti con cintura a sostituire il tradizionale completo rigido divenne il nuovo rubacuori americano preferito. E ‘Geeorgeeo’, come lo chiamavano da quelle parti, lo stilista più popolare del mondo glamour. Da allora nulla fu più come prima. L’eleganza Armani è diventata una firma irrinunciabile sui red carpet di tutto il mondo. Il suo legame con Hollywood gli valse la partecipazione a oltre 200 film e, nel 2003, un posto nella ‘Walk of Fame’ di Rodeo Drive. Al punto da meritarsi l’appellativo di ‘sarto’ di Hollywood.
Giorgio Armani e gli Oscar
Ogni notte degli Oscar brillava di luce propria, grazie agli abiti eleganti per gli uomini e scintillanti per le donne. Il vincitore del premio come miglior attore del 2009, Sean Penn, ritirò la statuetta con un total black indimenticabile, mentre la candidata come migliore attrice Anne Hathaway sfilò sul red carpet con un abito da sera bianco senza spalline, uscito dall’ultima collezione Armani Privé Couture. Dal tailleur pantalone di Jodie Foster agli Oscar del 1992 al sofisticato look in bianco e nero di Lady Gaga ai Grammy 2022 è stato una continua passerella che testimoniava la capacità della maison di coniugare comfort, qualità sartoriale e raffinatezza senza tempo. Tra i suoi principali fan di lunga data figurano Meryl Streep, George Clooney, Brad Pitt e Sofia Loren che descrisse l’esperienza di indossare Armani come “un’immersione in una calma elegante”. C’è la classe di Armani in Kevin Costner ne ‘Gli intoccabili’ di Brian De Palma, così come nei cult di Martin Scorsese, da ‘Quei bravi ragazzi’ e ‘The Wolf of Wall Street‘. I suoi abiti riflettono il potere ma anche la complessità dei personaggi esaltando l’essenza dei protagonisti rendendoli iconici e insuperabili. La sua moda divenne, anche grazie al cinema, un linguaggio universale. E il suo stile sobrio e innovativo ha ridefinito il rapporto tra moda, cinema e società, capace di attraversare le epoche senza mai perdere vigore e fantasia restando aderente ai tempi.
La cultura pop e l’omaggio del Guggenheim
L’impatto dello stile Armani è stato così significativo, non solo sul modo di vestire ma anche sul modo di approcciarsi alla moda, che nel 2000 il museo Guggenheim di New York presentò una retrospettiva dei primi 25 anni di Armani nella moda. “Amo le cose che invecchiano bene, quelle che non passano di moda e che diventano esempi viventi del meglio in assoluto”, ha detto Armani a proposito dei suoi sforzi. David e Victoria Beckham sono stati i ‘volti’ della sua campagna pubblicitaria di intimo del 2009. Lo stilista era poi molto legato alla nipote Roberta, figlia del suo defunto fratello Sergio. Lei abbandonò una promettente carriera cinematografica per diventare la direttrice delle pubbliche relazioni e spesso rappresentava lo zio, che non era un gran frequentatore di feste, agli eventi mondani. Negli ultimi anni fu un’intermediaria chiave con il mondo delle celebrità. Nel 2006, tutta Hollywood ricorda il matrimonio di grande successo degli attori Tom Cruise e Katie Holmes in un castello medievale fuori Roma, mentre lo zio Giorgio disegnò gli abiti per la sposa e lo sposo. Un ‘film’ di stile per celebrare il più grande.