Marina Spadafora presenta i progetti della Fashion Revolution per la moda sostenibile e l'acquisto consapevole

Sostenibilità, etica del consumo e ricerca di materiali a basso impatto ambientale mixati a un’estetica contemporanea. “Amiamo la moda. Ma non vogliamo che i nostri vestiti sfruttino le persone o distruggano il nostro pianeta” recita il manifesto di Fashion Revolution, movimento nato nel 2013 dopo il crollo del Rana Plaza, uno dei principali poli produttivi dell’industria tessile in Bangladesh, in cui hanno perso la vita 1.138 persone e molte altre sono rimaste ferite. É all’interno di questa rete, che ad oggi conta 111 collaborazioni e presenze attive nel mondo, che prende forma ‘Fashion with a mission’, progetto collaterale sorto con l’obiettivo di sensibilizzare un pubblico quanto più possibile trasversale promuovendo scelte di acquisto consapevoli.

“Fashion with a mission è un progetto nato qualche anno fa per promuovere stili di vita sostenibili in particolare per quanto concerne il settore moda”, racconta Marina Spadafora, fashion designer e coordinatrice nazionale di Fashion Revolution che, grazie alla collaborazione di LaPresse, curerà una serie di interviste ad alcuni dei protagonisti e dei principali promotori della sostenibilità nel panorama della moda italiana. “L’idea è quella di raggiungere, grazie anche al supporto di LaPresse – con mezzi come video, trasmissioni – un pubblico molto più ampio rispetto a quello che normalmente si raccoglie attorno agli eventi di moda”, spiega. Primo ospite di questo ciclo di interventi sarà Matteo Ward, giovane designer che nel 2017 ha fondato il proprio brand dopo essersi fatto ambasciatore per alcuni anni, a partire dal 2015, di una visione innovativa di moda all’interno delle scuole italiane.

Prima di aprire un proprio marchio, insieme a ‘school of ward’ – piattaforma digitale, indipendente e inclusiva con un focus su design, management e comunicazione – Matteo si è occupato infatti di progetti educativi cercando di amplificare il messaggio della sostenibilità anche presso i più giovani. “Nel 2017, dopo aver investito in ricerca e sviluppo per cercare di trovare soluzioni innovative ai problemi causati dall’industria tessile, abbiamo fondato il nostro brand di design sempre nell’ottica di creare prodotti in grado di rispondere a esigenze reali e trasformare forme di investimento personali in programmi di ricerca e modernizzazione del comparto”, spiega Matteo che fa sapere di aver da poco chiuso una importante collaborazione con Fca per le celebrazioni legate al restyling della nuova 500 elettrica per cui ha realizzato, con il proprio brand, una capsule esclusiva.

“Non tutti sanno che Fiat utilizza degli elettrodi in grafite, un minerale atossico utilizzato anche nella tintura dei tessuti. Noi, in particolare, ci siamo occupati di recuperare lo scarto, il sottoprodotto industriale per tingere i tessuti. Un progetto di economia circolare coerente che ci rende molto contenti”, illustra. Collaborazione, condivisione e scambio di idee costituiscono infatti la cifra essenziale del messaggio, dell’invito che il giovane designer rivolge anche a tutti gli operatori del settore. “Quando si parla di sostenibilità bisogna abbandonare individualismi e investire nella collaborazione. Se si parla di reinventare processi e sistemi servono quante più connessioni possibili”.

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