Mostra del Cinema di Venezia 2025, 11 minuti di applausi per ‘Duse’

Mostra del Cinema di Venezia 2025, 11 minuti di applausi per ‘Duse’
Valeria Bruni Tedeschi con il regista Pietro Marcello (Foto LaPresse/Gian Mattia D’Alberto)

Valeria Bruni Tedeschi interpreta la prima vera diva del cinema italiano

La ‘Divina’ Eleonora Duse, prima grande diva del cinema italiano, sbarca alla Mostra del cinema di Venezia 2025 con le sembianze di una Valeria Bruni Tedeschi “in stato di grazia”, come l’ha definita il regista del film in concorso ‘Duse’. Il film è stato accolto ieri sera alla proiezione da 11 minuti di applausi, con grande emozione da parte del cast presente in sala.

La pellicola sarà nelle sale dal 18 settembre. Interpreti del film, accanto alla protagonista Valeria Bruni Tedeschi nel ruolo di Eleonora Duse, tra gli altri Fanni Wrochna e Noémie Merlant, con la partecipazione di Noémie Lvovsky. “Il film è nato perché sono rimasto affascinato dal suo personaggio e fin dal soggetto ho pensato a Valeria Bruni Tedeschi come attrice. Ho cercato di raccontare lo spirito della Duse, non una semplice biopic“, ha spiegato il regista in conferenza stampa. “Ho cercato di diventare amica della Duse, leggendo una sua biografia e delle sue lettere che mi hanno molto ispirata. Mi ha toccato la sua umanità, il suo essere attenta agli altri e questo è una cosa che mi commuove”, ha aggiunto la protagonista Bruni Tedeschi. L’attrice ha poi raccontato un suo modo particolare di immedesimarsi nella parte. “Quando mi è stato proposto il ruolo ho pensato ad una mia maestra che mi parlava sempre di lei. Quindi di solito faccio delle specie di riunioni tra me e me, con cui parlo con persone, che siano morte o vive, che mi aiutano. Poi vado sul set e mi sento forte”, ha detto la diva.

Nel film il racconto di una fase delicata della vita della diva

Il film è ambientato in una fase della vita della grande artista, musa del ‘vate’ Gabriele D’Annunzio. Eleonora Duse ha una leggendaria carriera alle spalle che sembra ormai conclusa, ma nei tempi feroci tra la Grande Guerra e l’ascesa del fascismo, la Divina sente un richiamo più forte di ogni rassegnazione e torna lì dove la sua vita è iniziata: sul palcoscenico. Non è solo il desiderio di recitare a muoverla, ma un’urgenza profonda: la necessità di riaffermare se stessa in un mondo che cambia inesorabilmente e che minaccia di toglierle tutto, persino l’indipendenza che ha conquistato con il lavoro di tutta una vita. “Erano gli anni della dissoluzione, lei era un personaggio ottocentesco che si affacciava ad una nuova era”, ha spiegato ancora il regista Marcello. Inaspettati rovesci finanziari la mettono di fronte a una scelta, e così, ancora una volta, Eleonora sceglie il teatro come unico spazio di verità e di resistenza. Con la sua arte come unica arma, sfida il tempo e il disincanto, trasformando ogni parola e ogni gesto in un atto rivoluzionario. Ma il prezzo della bellezza contro la brutalità del potere e della Storia è alto, gli affetti sembrano dissolversi e la sua salute si aggrava. Eppure, Eleonora affronterà l’ultimo viaggio dimostrando che si può rinunciare alla vita stessa, ma mai alla propria natura.

Il rapporto con il fascismo e Mussolini

E proprio del rapporto della Duse con Benito Mussolini e con il fascismo hanno parlato sia Valeria Bruni Tedeschi che lo stesso regista. “Non è che era dalla sua parte, ma come tanti si è sbagliata. Per ingenuità e presunzione, ha pensato di poter ottenere un teatro e di poter andare oltre la brutalità del fascismo. Per me tutti possiamo sbagliare, fa parte dell’essere umano. Non ho raccontato un personaggio perfetto, perché i personaggi perfetti non sono interessanti“, ha dichiarato l’attrice protagonista del film.

“Nel caso della Duse il fascismo si è appropriato della sua figura. Il potere è stato sempre attratto dagli artisti, che sono persone fragili ed umane. Sono state raccontate tante cose della Duse, ma l’arte cura l’anima”, ha aggiunto il regista Marcello. Il film è “il racconto di un’artista che è sempre stata sopra le vicende politiche italiane, così che è stato un modo anche spiazzante per parlare dell’oggi”, ha concluso il produttore Carlo Degli Esposti di Palomar. Il film è stato scritto da Letizia Russo, Guido Silei e Pietro Marcello, la fotografia è firmata da Marco Graziaplena, mentre le musiche originali da Marco Messina, Sacha Ricci e Fabrizio Elvetico.

© Riproduzione Riservata