E’ lo sport del momento in Italia grazie a Jannik Sinner, Jasmine Paolini e agli altri campioni che stanno portando in alto i nostri colori. Ma il tennis, un po’ come tutti gli sport, è spesso una metafora della vita. In cui bisogna lottare, spesso da soli, assaporare il gusto amaro della sconfitta e quello dolce, a volte dolcissimo della vittoria. Proprio il tennis sta sullo sfondo del film ‘Il maestro’ del regista Andrea Di Stefano, presentato oggi fuori concorso alla Mostra internazionale del cinema di Venezia, con protagonista Pierfrancesco Favino.
Il solito film sullo sport, dove alla fine il protagonista vince sempre? si chiederanno in molti. Non questa volta. Perché la pellicola di Di Stefano è la storia di due perdenti, di ieri e di oggi. “Di solito i film sullo sport raccontano sempre storie di persone che ce la fanno, ma non era la mia di storia perché non sono mai stato un vincente”, ha raccontato in conferenza il regista. “Nei tabelloni di tennis ci sono 64 giocatori, ma vince uno solo. E gli altri? Chi parla di loro? Siccome ho frequentato la sconfitta volevo raccontare l’eroismo di chi perde e volevo fare un film dove due perdenti possono comunque ancora continuare a ‘ballare’ perché il giorno dopo c’è sempre una speranza”, ha aggiunto Di Stefano.
Protagonisti del film sono Pierfrancesco Favino (già protagonista de ‘L’ultimo giorno di Amore’ con lo stesso regista, ndr) nel ruolo dell’ex campione caduto in disgrazia Raul Gatti e il giovane Tiziano Menichelli (già visto in ‘Denti da squalo’, ndr). Ambientato sul finire a fine anni ottanta, quando il tennis italiano non navigava nell’oro reduce dai fasti dell’era di Adriano Panatta, la storia del piccolo Felice (Menichelli) che dopo anni di allenamenti duri e regole ferree, e sulle spalle tutte le aspettative paterne, arriva finalmente ad affrontare i tornei nazionali.
Per prepararlo al meglio, il padre (Giovanni Ludeno) lo affida al sedicente ex campione Gatti, che vanta addirittura un ottavo di finale al Foro Italico. Di partita in partita, i due iniziano un viaggio lungo la costa italiana che, tra sconfitte, bugie e incontri bizzarri, porterà il piccolo a scoprire il sapore della libertà e Raul a intravedere la possibilità di un nuovo inizio. Tra i due nasce un legame inatteso, profondo, irripetibile. Come certe estati, che arrivano una volta sola e non tornano più.
Nel cast anche Valentina Bellè e un cameo di gran classe di Edwige Fenech.
“La riflessione del film in generale dice che due sconfitti possono fare una vittoria. Oggi c’è l’ossessione di vincere, ma si può stare al mondo anche senza essere dei numeri 1″, ha detto Pierfrancesco Favino. “Non avevo mai fatto personaggi apertamente così sconfitti”, ha aggiunto parlando del suo ruolo.”Il mio personaggio ha un carattere molto simile al mio, sensibile ed empatico. Tutti sul set mi hanno aiutato e mi hanno insegnato qualcosa. L’unica cosa che posso fare è ringraziare tutti”, ha detto Menichelli.
“Pierfrancesco mi ha insegnato a perdere, scherzo… Mi ha insegnato molte cose, da lui mi ricorderò sempre quello che ha fatto. E’ stato sempre presente, qualsiasi cosa chiedevo, rispondendo sempre sinceramente. Una cosa che non è scontata”, ha aggiunto il giovane attore. Visto il momento che sta vivendo il tennis italiano, inevitabile chiedersi se la scelta di fare un film sul tennis non sia stata un caso… “Non c’è una scelta speculativa sul tennis, lo sport più seguito in questo momento, ma semplicemente c’era una storia bellissima da raccontare”, ha dichiarato Nicola Giuliano produttore con Indigo Film.
E a proposito di tennis il regista Di Stefano ha detto che “come tennista ho sempre giocato all’attacco, è quella la mia indole”. Mentre Favino ha aggiunto: “Potrei sembrare uno che gioca da fondo campo, invece sono più dedito alle palle corte e a cambiare ritmo per divertirmi. Sembro un pallettaro, ma non lo sono. La mia ricerca è più su nuovi colpi”. Inevitabile parlare di Sinner, lo sportivo del momento in Italia. “Credo che la sua storia sia interessante perché viene da una zona che non ti fa pensare al tennis. Un eroe che nasce in un posto dove non penseresti, ecco quella è una storia che potrebbe essere interessante anche per il cinema. Poi chi potrebbe interpretarlo non lo so, ma scordatevi che sia io”, ha scherzato. Tornando serio, infine, l’attore romano ha commentato anche il corteo Pro Palestina di ieri al Lido. “Il cinema può anche risvegliare le coscienze. Ogni occasione è sacrosanta per dire da che parte si vuole stare, l’artista sicuramente sta dalla parte della bellezza. La cosa più pacifica al mondo”, ha concluso.