Tra i più applauditi, spicca senza dubbio 'The Green Border' di Agnieszka Holland. Anche l'Italia spera con 'Io Capitano' ed 'Enea'
L’attesa è quasi finita e il toto Leone d’Oro impazza. Il vincitore del premio più ambito della mostra del cinema di Venezia sarà annunciato nella serata conclusiva dell’80a edizione. La decisione finale sarà presa dalla giuria presieduta da Damien Chazelle, premio Oscar con La La Land, il più giovane da quando esiste la kermesse. I candidati forti non mancano e al Lido già iniziano a circolare i primi rumors su chi sarà a prevalere tra i film favoriti.
Tra i più applauditi, spicca senza dubbio ‘The Green Border’ di Agnieszka Holland. Il confine verde di cui parla l’opera è quello tra Polonia e Bielorussia. Una storia struggente di rifugiati provenienti dal Medio Oriente e dall’Africa che cercano di raggiungere l’Unione Europea ma si trovano intrappolati in una crisi geopolitica architettata dal dittatore bielorusso Aljaksandr Lukashenko. Undici minuti di applausi per il film della regista polacca, che arriva a distanza di trent’anni dal suo ‘Europa Europa’. Un’opera toccante che ha già scatenato un caso a Varsavia, dove Holland è stata presa di mira anche dal ministro della Giustizia polacco Zbigniew Ziobro.
Quotazioni alte anche per ‘Poor Things’ del greco Yorgos Lanthimos. L’autore di ‘The Lobster’ racconta l’incredibile trasformazione di Bella Baxter, una donna -magistralmente interpretata da Emma Stone v- riportata in vita dal dottor Godwin Baxter, scienziato brillante e poco ortodosso. Una storia di emancipazione che ha riscosso grande successo tra il pubblico in sala al Lido.
Così come ‘Dogman’ di Luc Besson, favola nera con Caleb Landry Jones nei panni di un ragazzo che fin da piccolo viene rinchiuso in una gabbia piena di cani e che proprio grazie ai suoi cani troverà la salvezza. Tra i film che potrebbero essere premiati al Lido un posto lo trovano anche il ‘chiacchieratissimo’ ‘Ferrari’ di Michael Mann, oggetto degli strali di Pierfrancesco Favino per la scelta del regista di affidare il ruolo del ‘Drake’ ad Adam Driver e non a un attore italiano. Tra i biopic con ambizioni anche ‘Maestro’ di Bradley Cooper sul compositore e direttore d’orchestra Leonard Bernstein e ‘Priscilla’ di Sofia Coppola sulla moglie di Elvis Presley venuta di persona a Venezia.
Tra i più apprezzati, vi è anche ‘Il male non esiste’ del giapponese premio Oscar (per ‘Drive my car’) Ryusuke Hamaguchi, anche per la sua atmosfera da sogno immersa nella natura di un villaggio nei pressi di Tokyo i cui abitanti si oppongono alla costruzione di un glamping. Le speranze italiane, e non sono poche, sono riposte soprattutto su ‘Io Capitano’ di Matteo Garrone che racconta l’odissea di due giovani migranti che lasciano Dakar per raggiungere l’Europa. Può sognare in grande anche ‘Enea’ di Pietro Castellitto su una famiglia borghese e sul desiderio di sentirsi vivi dei due giovani protagonisti.
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