Cannes 2025, Alice Rohrwacher presiede Giuria Camera d’Or

Cannes 2025, Alice Rohrwacher presiede Giuria Camera d’Or
Alba Rohrwacher and Alice Rohrwacher leave Quirinale Palace after presentation ceremony of David di Donatello Awards in Rome (Photo by Matteo Nardone/Pacific Press/Sipa USA) Sipa Usa/LaPresse Only Italy 52951240

La regista: “Le prime volte sono sempre importanti e ci accompagnano per tutta la vita”

Dopo il duo dello scorso anno con Emmanuelle Béart e Baloji, quest’anno la regista e sceneggiatrice italiana Alice Rohrwacher è stata scelta per presiedere la Giuria della Caméra d’Or del Festival di Cannes. Un riconoscimento a un’opera prima presentata nella Selezione Ufficiale, alla Settimana della Critica o alla Quinzaine des Réalisateurs.

Alice Rohrwacher premierà a sua volta il debutto di un regista alla cerimonia di chiusura del 78° Festival di Cannes, sabato 24 maggio. Nel 2024, la Caméra d’or è andata a Halfdan Ullmann Tøndel per Armand, presentato in anteprima a Un Certain Regard.

Le prime volte sono sempre importanti e ci accompagnano per tutta la vita – ha detto Alice Rohrwacher – Come entrare in una stanza sconosciuta, avvicinarsi alla persona amata per il primo bacio o approdare su una terra straniera. C’è qualcosa di dorato che avvolge questi momenti nella nostra memoria. È per questo che il premio più prestigioso per le opere prime si chiama Caméra d’or?”.

Nel suo primo lungometraggio, ‘Corpo Celeste’ , presentato alla Quinzaine des Réalisateurs nel 2011, Alice Rohrwacher ha esplorato un rapporto con il mondo fatto di scoperte e inizi attraverso il ritratto di una ragazza di tredici anni. Il suo secondo lungometraggio, ‘Le meraviglie’, è stato selezionato in concorso al Festival di Cannes 2014 e ha vinto il Grand Prix. Questo racconto personale evoca la vita quotidiana di giovani sorelle in una fattoria isolata e la società moderna che le raggiunge con le riprese di un reality show. ‘Lazzaro felice’ continua a sondare un ideale di innocenza perennemente afflitto dalla corruzione morale: improvvisamente liberato dal giogo di un proprietario terriero che teneva i contadini in servitù, Lazzaro si confronta con la violenza della città. Presentato in concorso a Cannes nel 2018, si è aggiudicato a pari merito il premio per la migliore sceneggiatura, incoronando il singolare talento di scrittura di Alice Rohrwacher.

‘La Chimera’, considerato dalla regista come la conclusione di una trilogia formata con i suoi due lungometraggi precedenti, è stato presentato in concorso al Festival di Cannes nel 2023. Ambientato sullo sfondo di un traffico di antichità e di una parabola sul nostro rapporto con il passato, il film analizza il modo in cui le origini plasmano il nostro rapporto con gli altri, con la vita e con il mondo.

L’opera di Alice Rohrwacher, venata del suo personalissimo realismo magico, non si limita a questi quattro lungometraggi. Il documentario, il primo genere che ha intrapreso partecipando a film collettivi, le ha permesso di esplorare la poesia del mondo rurale, l’importanza del passato e il fremito della giovinezza (Checosamanca , 2006; 9×10 Novanta , 2014; Futura , 2021). I cortometraggi, a cui torna spesso, sono uno spazio espressivo che reinventa costantemente. Da una capsula da 16 mm per la messa in scena di un’opera ( Violettina , 2016) a una cronaca del lockdown ( Quattro Strade , 2021), passando per un cortometraggio di finzione (Le Pupille , presentato a Cannes nel 2022), Alice Rohrwacher si è nuovamente dedicata a questo esercizio nel 2024 co-dirigendo con JR Un’allegoria urbana (Allégorie citadine ), riprendendo un tema fondante della sua opera, l’allegoria della caverna di Platone. 

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