Sarà nelle sale il 13, 14 e 15 dicembre

La vita degli italiani, raccontata attraverso i costumi, le mode e soprattutto la musica degli ultimi 60 anni, vista con gli occhi di una protagonista assoluta: è il film ‘Caterina Caselli. Una vita, cento vite‘, per la regia di Renato De Maria, che sarà al cinema il 13, 14 e 15 dicembre. Nel film la stessa artista e imprenditrice racconta in prima persona la sua vita straordinaria, gli incontri che le hanno cambiato la vita, su tutti quello con il marito Piero Sugar, e quelli in cui è stata lei a cambiare la vita di molti grandi artisti.

Standing ovation al termine della proiezione

“Ho avuto tanti incontri importanti – ha raccontato questa mattina a Milano alla proiezione per la stampa – da cui ho imparato tanto. La storia che vedrete è una storia che racconta una parte della mia vita, è difficile condensare in 90 minuti 60 anni di vita. Però ci sono momenti importanti, momenti in cui anche sono fragile. Io sono un po’ fragile e un po’ quercia. La fragilità, le difficoltà, insegnano tante cose nella vita. La canzone che mi ha lanciata è ‘Nessuno mi può giudicare’, ma dopo aver visto questo film mi potrete giudicare”. E il giudizio non può che essere positivo, come dimostra la standing ovation e i lunghi minuti di applausi ininterrotti al termine della proiezione, con qualche lacrima anche sui visi più navigati. Perché quella che mostra ‘Caterina Caselli. Una vita, cento vite’ è la storia di tutti, dagli anni del boom, alla crisi della musica pop, alla nascita di stelle del calibro di Andrea Bocelli, scoperto e lanciato proprio da Caselli.

Due vite: la cantante e l’imprenditrice

Le vite narrate sono in realtà due: quella della cantante e, dopo il matrimonio con il discografico Piero Sugar, la seconda, da imprenditrice e scopritrice di talenti. Il film parte dalla sua infanzia nella casa emiliana, racconta il ritmo che aveva nel sangue già da bambina, le piccole ‘lotte’ con i genitori all’antica per far capire quale fosse la sua strada, con tantissimi aneddoti, molti inediti, che raccontano uno spaccato di quegli anni. Maurizio Vandelli e gli Equipe 84 che vanno a casa sua a convincere la madre a lasciarla andare a cantare sui palchi emiliani, poi il grande salto al Piper di Roma, gli esordi a Milano e la scelta della pettinatura ‘casco d’oro’ che divenne subito una moda tra le ragazze. Poi il boom con ‘Nessuno mi può giudicare’, Sanremo nel 1966, ‘Perdono’, i musicarelli, il brano ‘Cento giorni’ da cui deriva il titolo del film. Il momento difficile a Sanremo ’67 con il suicidio di Tenco, che le ricorda quello di suo padre, quando lei aveva 14 anni: l’artista si commuove nel racconto, ed è il momento più toccante del film. Si riparte dal Cantagiro, la tv, con Gaber, e già lì si intravede l’abilità nello scoprire i talenti: porta sulla Rai un giovanissimo Guccini, corteggia artisticamente Paolo Conte. Il grande successo di ‘Insieme a te non ci sto più’. Qui ‘finisce’ la prima parte di una vita ricchissima e c’è come uno spartiacque: il matrimonio con Piero Sugar. L’artista racconta che in quel periodo si sentiva a disagio a continuare a cantare, da moglie di chi produceva molti dei suoi colleghi. Decide così di ‘sparire’ dalla scena ma lavora molto dietro le quinte, da produttrice: il rilancio di Gianni Morandi, con Ruggeri e Tozzi per ‘Si può dare di più’ nel 1987, la colonna sonora dei Mondiali del ’90 con ‘Notti magiche’, la ‘scoperta’ di Andrea Bocelli e il suo successo planetario, fino ai Negramaro e alla collaborazione con Quentin Tarantino, chiedendo al suo amico Ennio Morricone di scrivere la colonna sonora di ‘Django Unchained’ e affidando la canzone principale del film, ‘Ancora qui’, alla ‘sua’ Elisa sono solo alcuni dei suoi successi da produttrice.

Caterina Caselli si svela in un dialogo intenso e serrato, tratteggiando la figura di una donna che ha fatto della sua passione per la musica la vocazione di un’intera vita.

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