Si è spento a 88 anni nella sua casa di Parigi. Tra i più importanti e amati attori francesi, sex symbol per antonomasia è arrivo al successo nel 1960. Ha fatto oltre 80 film
Nei giorni in cui il mondo del cinema si ritrova al Lido di Venezia e si può finalmente tornare nelle sale dopo la dura parentesi di chiusure dovute al Covid, una triste notizia arriva a funestare la ‘ripartenza’: è morto a 88 anni Jean-Paul Belmondo. Il divo, icona del cinema francese e da sempre considerato, nonostante i tratti del viso particolari, uno dei sex symbol per antonomasia, aveva origini italiane. I nonni, genitori del padre Paul Belmondo, erano infatti originari del Piemonte e della Sicilia.
Le sue interpretazioni, in decine di film, sono quasi sempre state caratterizzate dal suo spirito brillante e spesso scanzonato, che lo rendeva perfetto per i ruoli di duro, o di spericolato protagonista di film d’azione, ma anche al centro di grandi storie d’amore. Nel corso della sua carriera è passato agevolmente da commedie come ‘L’uomo di Rio’ a pellicole drammatiche come ‘La mia droga si chiama Julie’, in cui fu diretto da Truffaut, a ‘Fino all’ultimo respiro’ di Godard. Nel 1960 prese parte al capolavoro ‘La Ciociara’ di Vittorio De Sica. Le sue apparizioni in film italiani furono numerose, al fianco di grandi dive come Gina Lollobrigida (Mare matto, nel 1963) o Stefania Sandrelli (Lo sciacallo).
Nato nel 1933 a Neuilly-sur-Seine, piccolo comune alla periferia nor-ovest di Parigi, fin da giovane fu affascinato dalla recitazione e iniziò prestissimo in teatro con capolavori come ‘L’Avaro’ di Molière e ‘Cyrano de Bergerac’ di Rostand. Per tutta la vita, esclusi gli ultimi anni in cui si era ritirato dalle scene, ha continuato a recitare, prendendo parte a oltre 80 film e diventando anche protagonista, con il suo volto particolare, di alcuni fumetti. Dopo la metà degli anni ’80 tornò a prediligere il teatro, ma ottenne ancora riconoscimenti per il suo lavoro nel cinema: nel 1989 il Premio César come migliore attore per ‘Una vita non basta’ di Claude Lelouch, poi la Palma d’Oro alla carriera a Cannes nel 2011 e il Leone d’Oro alla carriera a Venezia nel 2016. Per un periodo fu costretto a interrompere il suo lavoro a causa di un’ischemia cerebrale che lo colpì nell’agosto 2001. Il ritorno sugli schermi nel 2008 con il remake francese del film di De Sica ‘Umberto D.’.
La vita privata del divo è stata segnata da grandi amori e dolorose separazioni. Il primo matrimonio il 4 dicembre 1952, con la ballerina Élodie Constantin, dalla quale ebbe tre figli: Patricia (nata nel 1958), morta nel 1994 in un incendio, Florence (nata nel 1960) e Paul Alexandre (1963). A metà degli anni ’60 divorziò da Constantin, e nel 1966 intraprese una relazione con l’attrice Ursula Andress, che durò fino al 1972. In quell’anno, e fino al 1980, si legò a Laura Antonelli. Infine, il 29 dicembre 2002 sposò a Parigi in seconde nozze Natty Tardivel, con la quale conviveva da circa tredici anni e dalla quale divorziò sei anni dopo. Da questo matrimonio nacque, il 13 agosto 2003, la sua quarta figlia, Stella.
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