Roberto Baggio, la storia del Divin Codino arriva su Netflix

Roberto Baggio, la storia del Divin Codino arriva su Netflix
Roberto Baggio ai festeggiamenti del ventennale della vittoria del Brescia nel trofeo Anglo-Italiano

Il film uscirà sulla piattaforma streaming dal 26 maggio

La vita di Roberto Baggio, vicecampione del mondo con la nazionale italiana nel 1994, diventa un film. Dal 26 maggio sarà on air su Netflix il film ‘Il Divin Codino’, biopic sull’ex calciatore passato alla storia anche per un rigore sbagliato contro il Brasile durante i Mondiali del’94.

“Quando hanno cominciato a parlarmi di un film su di me ho provato vergogna, lasciamo perdere, ma a chi interessa? Poi mi sono fatto trasportare e ne è valsa la pena”, ha detto alla stampa alla presentazione del film.
L’ex calciatore, oggi 54enne, ha poi raccontato il difficile rapporto con il padre: “All’inizio vedevo mio padre come un nemico, ma è stata invece la base per non mollare mai: ho una grande gratitudine verso di lui. A volte non capiamo l’amore e la protezione dei nostri genitori, diventano i nostri nemici, ma con il tempo questi nodi si vanno a sciogliere: tante persone che conosco hanno avuto e hanno problemi di relazione con i genitori, la speranza è che si ricompongano”.

Roberto Baggio e la storia del suo codino

Baggio poi ha raccontato anche le origini del suo iconico codino: “E’ nato per gioco: in hotel c’era una cameriera di colore con delle treccine stupende, mi complimentai e lei dopo due ore era lì che mi faceva le treccine. Poi quando i capelli divennero molto lunghi mi sono limitato a un elastico, ma non ho mai pensato che quel codino mi avrebbe rappresentato”. 

L’attore Andrea Arcangeli è Roberto Baggio

A interpretare nel film il famoso calciatore è l’attore Andrea Arcangeli, già protagonista di ‘Trust’ di Danny Boyle, ‘Domani è un altro giorno’ e delle due stagioni della serie ‘Romulus’.

Per calarsi nei panni di Baggio l’attore 27enne ha dovuto sottoporsi a un lavoro fisico e mentale. E racconta così la sfida più impegnativa: “Sono partito da cose tecniche, gli allenamenti, la parlata, poi ho studiato tutto il materiale di repertorio. Poi ho capito che Roberto stesso era la chiave per interpretarlo: dentro di lui c’era un forte nucleo emotivo, è un uomo felice all’interno di sé stesso, ha sempre una casa dove tornare”.

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