E' sempre il solito guascone con l'espressione da attore comico: è Shaggy, il giamaicano trapiantato a Brooklyn che ha invaso le radio di tutto il mondo con i suoi tormentoni come 'It Wasn't Me' e 'Boombastic'. Ma oggi, a 50 anni, sempre con il sorriso e con una musica solare che contamina il reggae con il pop e la dance, ha voglia di guardarsi dentro e fare un bilancio della sua vita. L'occasione è l'uscita del nuovo album 'Way Gwann?!', (già disponibile in digitale, nei negozi tradizionali dal 28 giugno in cd e dal 2 agosto in vinile), che arriva dopo il disco con Sting '44/876' e il relativo tour con l'ex Police. Shaggy, a Milano come ospite della finale di 'The Voice of Italy', racconta che il lavoro era già pronto prima della collaborazione con Sting e di averne rimandato l'uscita. Poi però riascoltandolo non si è più riconosciuto completamente in quelle canzoni. E allora in una settimana ha rimesso mano ad alcuni brani e ne ha scritti di nuovi.
"Volevo scrivere qualcosa che raccontasse dove sono in questo momento, non potevo parlare ancora di macchine e ragazze, sono successe tante cose in questi anni: ho ottenuto dei risultati nella musica, volevo esprimere questo e spiegare chi sono adesso, risultando fresco", spiega lui, che poi riflette sulla percezione del suo lavoro e della sua immagine: "Non faccio reggae classico ma questa cosa futuristica e la gente si è sempre chiesta: 'cos'è questa roba?'. Non sono mai stato preso sul serio ma ho abbattuto barriere tra i generi. Non ero il classico cantante reggae con i capelli rasta che fuma erba, avevo l'accento americano e allora la critica diceva: 'sarà una meteora'. Ma, dopo 'Oh Carolina', ho fatto 'Boombastic': non sapevano dove catalogarmi ma ho avuto un grande successo mischiando gli stili anche se non ero una star e mi prendevano sottogamba. In realtà è stato un vantaggio". Shaggy poi torna sul sodalizio con Sting: "Ha funzionato perché siamo amici, non come certe collaborazioni che si fanno oggi, costruite a tavolino, con artisti che neanche si conoscono messi insieme da manager e case discografiche. Lui è un maestro, ho imparato molto musicalmente ma c'è stato uno scambio: Sting è meticoloso e io sono spontaneo. Abbiamo avuto successo nonostante sembrasse una combinazione destinata a fallire ".
Nel nuovo disco Shaggy duetta in 'You' con il giovane cantante pop canadese Alexander Stewart, accanto a lui nell'incontro con la stampa: "La sua voce si è rivelata subito perfetta per il pezzo e lui è un artista, non uno che vuole diventare famoso". L'autore di 'Boombastic' racconta i suoi cambiamenti dopo aver messo alle spalle 'la vita selvaggia', sempre con ironia: "Ero in vacanza in Irlanda a fare equitazione con le mie figlie e mi dicevo: 'Cosa ci faccio, io ragazzo del ghetto, su un fottuto cavallo? Ma mi è piaciuto e ho pensato che si puo stare bene anche così. Poi ero in una villa elegante in Sardegna, le mie figlie mi abbracciavano e allora mi sono detto: la vita non fa schifo". Infine Shaggy diventa serio parlando con orgoglio del suo progetto benefico per la Giamaica, 'Shaggy And Friends': "Farò un altro concerto lì anche quest'anno con tanti artisti. Con i soldi ricavati finora – circa 3 milioni dollari – abbiamo costruito un ospedale pediatrico a Kingston, l'unico nel Paese, che opera gratuitamente i bambini".

