Vasco da record ‘occupa’ San Siro: “Combattiamo la disperazione con il rock”

Vasco da record ‘occupa’ San Siro: “Combattiamo la disperazione con il rock”

A due anni dal Modena Park e dopo un tour estivo nel 2018, quest'anno il Blasco ha deciso, ancora una volta, di fare le cose in grande

Cosa si può fare dopo il Modena Park? Quando oltre 200mila persone viaggiano e pagano per poter cantare all'unisono i tuoi successi, sembra impossibile andare avanti e mettere in piedi qualcosa di diverso e altrettanto imponente. Per gli altri. Non per Vasco Rossi, che a due anni da quel magico 1 luglio e dopo un tour estivo nel 2018, quest'anno ha deciso, ancora una volta, di fare le cose in grande. Sei date consecutive a San Siro. Sei sold out. Qualcosa di mai accaduto prima. 29 volte in quel tempio dello sport e della musica in 29 anni. E l'atmosfera della grande festa, della celebrazione, la si ha già alla vigilia. Arrivando nei pressi del Meazza, mentre all'interno già fervono i preparativi e le prove, fuori i più temerari hanno montato le tende. Vogliono essere certi di essere i primi ad entrare per guadagnarsi il posto d'onore ai piedi del loro idolo. Intanto il Blasco, fra una prova e un incontro, trova il tempo di incontrare la stampa in una conferenza affollata. Non è una cosa che succede spesso. E subito ci scherza su, per rompere il ghiaccio: "Non sono abituato ad essere davanti a tutta questa gente… non mi abituo mai". Di certo al rocker di Zocca non mancano i tempi comici.

Fra una battuta e una risata, alla vigilia dei sei show evento (e dei due di Cagliari il 18 e 19 giugno), non manca il retrogusto amaro. Anzi, in qualche modo, guida la scaletta ("dura e pura, perché duri sono i tempi e il puro sono io") che i fan canteranno dall'inizio alla fine. Si parte, infatti, dalla disperazione, tema del primo brano 'Qui si fa la storia'. "La disperazione la soffochi con me. Questo è il concetto di tutto, dello spettacolo – racconta il Blasco -: la musica consolatoria. In fondo è questo il motivo dei miei concerti. E' anche una fuga dalla realtà per una sera. Noi con il rock usciamo fuori da questo mondo grigio, brutto, antipatico, triste, pieno di gente cattiva e di rabbia. Un mondo che non ci piace e continua a non essere 'il mondo che vorrei'. Che dovrebbe essere meglio di così e invece continua ad andare sempre peggio". Ma, riflette Vasco, "il potere ha sempre bisogno di persone siano affette da tristezza e paura, come diceva Spinoza. Noi musicanti siamo qui per portarvi la gioia. E' una cosa potentissima". La disperazione di questi giorni, però, è diversa da quella del passato: "In Italia c'è una grande sensazione di malessere, di rabbia, di guerre tra poveri. Ci sono problemi economici, gente pronta a cavalcare e alimenta le paure della gente. Il fenomeno delle migrazioni di massa si doveva capire anni fa, bisogna trovare il modo di gestirlo, lo capisce pure un bambino. Senza perdere l'umanità". Ed così, proprio per questo, il secondo brano in scaletta è 'Mi si escludeva', perché "io ho provato cosa vuol dire. Tu hai già il problema di vivere e qualcuno te ne aggiunge un altro".

All'estero sconosciuto, in Italia idolatrato. Vasco continua a celebrare questa doppia esistenza, in entrambe le parti. E dimostra ogni giorno, per dirla alla sua, che è 'ancora qua': "Sono vivo, vegeto e sto anche bene". E chi assisterà ai prossimi concerti, ne avrà la prova dal vivo.

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