Prevista una manifestazione prima della cerimonia ufficiale delle "statuette"
Hollywood si prepara a rispondere concretamente alle politiche del presidente americano Donald Trump, con un gruppo d'azione politico e una manifestazione prima della cerimonia degli Oscar. Ciò riflette la diffusa opposizione espressa dalle celebrità durante la campagna elettorale del repubblicano, che presero posizione in modo pressoché compatto a favore della sfidante, la democratica Hillary Clinton.
Nelle scorse settimane sono state numerose le prese di posizione in festival, manifestazioni ed esibizioni pubbliche da parte di artisti contrari alle restrizioni all'immigrazione promosse da Trump, in primis con l'ordine esecutivo (ora sospeso) che vieta l'ingresso a rifugiati e cittadini di sette Paesi a maggioranza musulmana. Lunedì la presidente dell'Academy, Cheryl Boone Isaacs, ha dichiarato che "l'arte non ha confini", mentre il regista e l'attrice iraniani Ashgar Farhadi e Taraneh Alidoosti hanno annunciato il boicottaggio della cerimonia degli Oscar. L'Iran, infatti, è tra i sette Paesi colpiti dalla misura di Trump.
L'agenzia WME-IMG, tra le maggiori a Hollywood in rappresentanza di attori, musicisti, scrittori e sportivi, ha annunciato la formazione di un Comitato di azione politica (Pac). Il documento, visionato da Reuters, non menziona apertamente il presidente Trump ed evita una posizione politica aperta. Tuttavia, vi si legge: "Il più grande valore di questa compagnia è la diversità delle nostre storie e dei nostri credi. Per favore, sappiate che faremo tutto quel che è in nostro potere per sostenere e proteggere la diversità, ora, nei mesi e negli anni a venire". Nel testo, inviato ai suoi dipendenti, l'agenzia ha annunciato l'intenzione di sviluppare "soluzioni di politiche pubbliche d'azione", mettere in contatto i clienti con i politici sia democratici repubblicani, sostenere donazioni di tempo e denaro da parte del personale.
E ieri la United Talent Agency (UTA) ha cancellato la sua festa annuale per gli Oscar e dichiarato che organizzerà invece una manifestazione a Beverly Hills, due giorni prima della cerimonia del 26 febbraio, per protestare contro "il sentimento anti-immigrati" negli Usa. "Se la nostra nazione smette di esser il luogo in cui gli artisti di tutto il mondo vengono a esprimersi liberamente, allora cessiamo di essere America", ha dichiarato il direttore esecutivo dell'agenzia Uta, Jeremy Zimmer, in un comunicato. Inoltre, l'Uta ha annunciato una donazione di 250mila dollari alle organizzazioni American Civil Liberties Union e International Rescue Committee.
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