Tanti i presenti alla camera ardente da Paolo Virzì a Giorgio Napolitano, da Laura Boldrini ai Taviani

È arrivato alla Casa del cinema di Roma il feretro di Ettore Scola, il regista morto il 19 gennaio. Alle 10 è stata aperta la camera ardente. Cineasti, uomini di cultura, politici, ma anche tanta gente comune, sono giunti a rendere omaggio al grande autore cinematografico che ha raccontato l'Italia tra realismo e commedia. Tra le molte corone di fiori inviate c'è anche quella del presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

NAPOLITANO: COSTRUTTORE DI STORIE. "Uno dei maggiori protagonisti della stagione storica del cinema italiano e forse quello che ha meglio rappresentato l'evolversi e l'involversi della società italiana in anni di trasformazione e per certi aspetti anche di regressione. È stato un uomo di grande sensibilità civile, basti pensare a un capolavoro come 'Una giornata particolare', e grande genio artistico. Un costruttore di storie e protagonisti di film indimenticabili". Così il presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano intervenuto alla camera ardente.

VIRZI': FELICI DI AVERLO COME AMICO. "Gli abbiamo promesso tante volte che in questa circostanza avremmo trattenuto l'enfasi e gli aneddoti. Siamo qui comunque, sorridenti, a festeggiarlo. Siamo qui a dire che siamo stati felici di averlo avuto come maestro e come amico". Così il regista Paolo Virzi' entrando alla camera ardente di Ettore Scola.

BOLDRINI: SEMPRE APPREZZATO SUO IMPEGNO. Ettore Scola "è stata una persona che ha avuto un occhio attento e non si è mai girata dall'altra parte, affrontando anche temi difficili per il cinema e in generale non ha mai accettato l'idea di fare un cinema leggero. L'ho apprezzato sempre per questo suo impegno". Lo ha detto la presidente della Camera Laura Boldrini, intervenuta alla camera ardente per il regista, scomparso il 19 gennaio.

IL RICORDO DI ENRICO VANZINA. "Lo conosco da quando sceneggiava da ragazzino a casa di mio padre, arrivava a casa nostra con un basco in testa. Lui è nato come sceneggiatore e poi è diventato regista e questo nel suo lavoro è stato sempre molto importante". Così Enrico Vanzina, entrando alla camera ardente di Ettore Scola. "A Natale – ha aggiunto Vanzina – ci ha telefonato dicendo che ci doveva salutare e che ci voleva bene".

LE PAROLE DI RICKY TOGNAZZI. "Mi sento un po' orfanello anche io oggi. Sicuramente è morto l'ultimo grande esponente della commedia all'italiana e poi è morto un gentiluomo". Così Ricky Tognazzi, intervenuto alla camera ardente di Scola.

TAVIANI: GRANDE COMUNISTA. "Mi dispiace proprio tanto, tra l'altro noi eravamo coetanei e negli ultimi anni ci siamo avvicinati, molto. È stato grande regista ed è riuscito a rappresentare la realtà con la tragedia, con la commedia, e con la tragicommedia. Credo non esista definizione per il suo cinema perché si arrischiava per tutte le strade possibili. Si può dire però che sia stato un grande comunista nel senso più vero e migliore di questa parola". Così il regista Paolo Taviani alla Casa del cinema di Roma.

ANCHE TANTA GENTE COMUNE. C'è tanta gente comune tre le tante personalità intervenute a Roma per dare l'ultimo saluto a Ettore Scola, morto il 19 gennaio a 84 anni. Alcuni hanno lavorato con il regista, altri hanno semplicemente amato vedere i suoi film e i commenti di chi entra alla Casa del cinema, dove si tiene la camera ardente, fanno capire quanto Scola fosse amato dalla città: "Ha raccontato come nessuno l'Italia che ha vissuto", dice qualcuno e "la sua forza era nel far ridere e anche pensare", e poi ancora "un grande artista ma anche una persona per bene, con grande senso civico che riusciva a mettere nei suoi film il suo impegno etico, per questo sono qui oggi".

Ieri in tantissimi – dal premier Matteo Renzi a Renzo Arbore, passando per Alessandro Gassmann – avevano espresso il loro cordoglio per la morte del maestro, noto per aver diretto pietre miliari come 'C'eravamo tanto amati', La famiglia' e 'Una giornata particolare'.

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