Roma, 25 set. (LaPresse) – Una coppia divertente e frizzante quella formata da Simone e Rebecca. Lui, studente di matematica a pochi esami dalla laurea di Verbania, classe 1990 Simone si descrive come una persona intelligente, testarda, buona e simpatica: “ho una componente nerd e social insieme. Sono emotivo e anche un po’ lunatico, sono buono ma anche stratega. Non sopporto gli stupidi e gli egoisti, vorrei fare un’esperienza che mi segni la vita …”. Vive a Milano insieme a un coinquilino. I suoi genitori sono separati e ammette che spesso il suo genitore di riferimento è stato “la nonna paterna”. Ha giocato a rugby, ha smesso dopo che, durante una partita, si è scontrato con un compagno di squadra e si è spaccato la testa. Le donne o lo odiano o lo amano, lui, però, ci prova con tutte. Si è innamorato tante volte ma ha avuto solo due storie serie, durate entrambe due anni e mezzo. “La mia arma di seduzione forse è l’empatia, so capire cosa può piacere a una ragazza e mi comporto di conseguenza…”.
Lei invece una storia fuori dagli schemi. “Sono nato Sabatino, ho pensato di voler vivere da don Mauro, ho capito di essere semplicemente Rebecca”. Con queste semplici parole, Rebecca sintetizza il suo lungo e difficile percorso. “La formula migliore per descrivere la mia vita è: ‘Il coraggio dei cambiamenti!’”. Sabatino nasce a Eboli e dopo la scuola media comincia a lavorare come commesso. A 16 anni segue la vocazione ed entra nel monastero di Montecassino come monaco benedettino. Dopo il noviziato diventa Don Mauro e si trasferisce presso il convento di Cava dei Tirreni. In quel periodo si diploma al liceo scientifico e studia canto al Conservatorio per 5 anni, conseguendo il diploma di canto lirico. A 21 anni abbandona il convento, torna a casa e decide di parlare ai genitori della sua omosessualità. Per la madre non è una sorpresa, mentre il padre, inizialmente, ha una reazione negativa. Ma con il passare del tempo tra loro è tornato il sereno: “La mia famiglia mi ha capita e mi ama, quindi del giudizio degli altri non mi importa niente”. Rebecca ha lavorato nel coro del Teatro Verdi di Firenze e ora è una casalinga felice: “è la mia grande passione: mi piace cucinare, stirare, lavare i panni a mano, curare il mio giardino, prendermi cura dei miei animali. Adoro le cose di un tempo: ascoltare gli anziani, tenere vive le tradizioni, condividere la tavola con gli amici, mi piace donare serenità”.
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