Venezia, 5 mar. (LaPresse) – Sarà aperta al pubblico da sabato 9 maggio a domenica 22 novembre 2015, ai Giardini della Biennale e all’Arsenale, la 56esima Esposizione Internazionale d’Arte dal titolo ‘All the World’s Futures’, diretta da Okwui Enwezor e organizzata dalla Biennale di Venezia presieduta da Paolo Baratta. La vernice avrà luogo nei giorni 6, 7 e 8 maggio, la cerimonia di premiazione e di inaugurazione si svolgerà sabato 9 maggio 2015.
La Mostra ‘All the World’s Futures’ formerà un unico percorso espositivo che si articolerà dal Padiglione Centrale (Giardini) all’Arsenale, includendo 135 artisti dei quali 88 presenti per la prima volta, provenienti da 53 paesi. 159 sono le nuove produzioni realizzate per questa edizione. “La Biennale che compie 120 anni procede, e anno dopo anno continua a costruire anche la propria storia, che è fatta di molti ricordi, ma in particolare di un lungo susseguirsi di diversi punti di osservazione del fenomeno della creazione artistica nel contemporaneo”, ha detto Paolo Baratta.
Il direttore Enwezor, critico d’arte nigeriano e statunitense, è uno dei maggiori curatori d’arte contemporanea. “Oggi il mondo ci appare attraversato da gravi fratture e lacerazioni – ha spiegato Baratta – da forti asimmetrie e da incertezze sulle prospettive. Nonostante i colossali progressi nelle conoscenze e nelle tecnologie, viviamo una sorta di ‘age of anxiety’. E la Biennale torna a osservare il rapporto tra l’arte e lo sviluppo della realtà umana, sociale, politica, nell’incalzare delle forze e dei fenomeni esterni. Si vuole quindi indagare in che modo le tensioni del mondo esterno sollecitano le sensibilità, le energie vitali ed espressive degli artisti, i loro desideri, i moti dell’animo (il loro inner song). La Biennale ha chiamato Okwui Enwezor anche per la sua particolare sensibilità a questi aspetti”.
“Okwui non pretende di dare giudizi o esprimere una predizione – ha aggiunto il presidente della Biennale – ma vuole convocare le arti e gli artisti da tutte le parti del mondo e da diverse discipline: un Parlamento delle Forme. Una mostra globale dove noi possiamo interrogare, o quanto meno ascoltare gli artisti provenienti da 53 paesi, e molti da varie aree geografiche che ci ostiniamo a chiamare periferiche.
La Mostra sarà affiancata da 89 Partecipazioni nazionali negli storici Padiglioni ai Giardini, all’Arsenale e nel centro storico di Venezia. Sono 5 i paesi presenti per la prima volta: Grenada, Mauritius, Mongolia, Repubblica del Mozambico, Repubblica delle Seychelles. Altri paesi partecipano quest’anno dopo una lunga assenza: Ecuador (1966, poi con l’Istituto italo latino americano), Filippine (1964), Guatemala (1954, poi con l’IILA).
Anche quest’anno la Santa Sede parteciperà con una mostra allestita nelle Sale d’Armi. Il Padiglione Italia in Arsenale, organizzato dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali con la PaBAAC – Direzione Generale per il paesaggio, le belle arti, l’architettura e l’arte contemporanee – sarà curato quest’anno da Vincenzo Trione.
Saranno 44 gli Eventi Collaterali ufficiali ammessi dal curatore e promossi da enti e istituzioni internazionali, che allestiranno le loro mostre e le loro iniziative in vari luoghi della città.
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