Roma, 31 ott. (LaPresse) – “Eduardo era un personaggio straordinario, soprattutto era mio amico, un amico davvero profondo”. Con queste parole inizia il toccante ricordo che Dario Fo, attraverso un video messaggio, ha recapitato a Palazzo Madama per il ricordo di Eduardo De Filippo ‘Cantata delle parole chiare. Voci dal teatro di Eduardo in Senato’. “C’era qualcosa che ci legava alle origini: entrambi eravamo capocomici, io con Franca, e tutti e due eravamo autori, e in più si recitava”.

E i due ‘Maestri’ del teatro sono uniti anche dall’attenzione alle carceri italiane: “Le carceri minorili di Napoli. Era convinto di poter aiutare questi ragazzini a fare qualcosa che li togliesse dalla mediocrità delle situazioni, soprattutto di avere uno slancio, una passione. Diceva il teatro è una scuola incredibile, e chi ha sofferto, chi ha avuto guai, chi si trova a vivere vita non normale, può capire meglio di chi ha avuto una vita facile cosa significhi raccontare la propria storia”.

“Una cosa mi dispiace tanto del mio incontro con questo uomo: il fatto di non essere mai riuscito a recitare con lui – ha aggiunto Dario Fo -. Abbiamo parlato, recitato, si, ma ognuno per sé. Tempo fa, nel Nord Italia, mi pare, abbiamo fatto quasi una settimana recitando insieme, ma ognuno faceva il suo monologo. Un pezzo, una commedia, un gioco di botta e risposta, di sviluppo, due personaggi che si incontrano e agiscono e non soltanto chiacchierano, ma commentano con forza le proprie idee, le presentano, beh non ho avuto questa occasione e me ne dispiace tanto”. “Spero di riuscire con suo figlio – conclude Fo – e qui davanti dico: ‘Telefonami, chissà che non si riesca a fare qualcosa insieme: io chiuderò gli occhi, sentirò la voce di tuo padre, e avrò il mio momento di sballo”. E Luca ha risposto: “Io telefono, poi vediamo”.

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