Los Angeles (California, Usa), 24 apr. (LaPresse) – Jared non sta esattamente tenendo sotto chiave il suo Oscar, vinto appena meno di due mesi fa per il ruolo da attore non protagonista in ‘Dallas Buyers Club’. Da quando l’attore e musicista ha portato a casa il trofeo lo scorso 2 marzo, lo ha mostrato a chiunque lo chiedesse e ha riportato qualche graffio. “Ho rovinato il mio Oscar due volte – ha raccontato – o meglio, l’ho danneggiato una volta, e un’altra volta ho scoperto che aveva un nuovo graffio, così a quanto pare qualcun altro ci si è divertito” ha raccontato in un’intervista, dimostrando una sorta di fatalismo sul destino della statuetta. “Il mio Oscar è una schifezza. Chiunque ci ha messo le zampe sopra. L’ho tipo passato in giro alle feste, un paio di volte l’ho perso di vista e ho pensato ‘Se se ne va, non è destinato ad essere mio’, ma sembra aver sempre trovato la strada per tornare da me”.

Leto lo ha raccontato durante la promozione di ‘Artifact’, un documentario da lui diretto sulla sua badn, i 30 Seconds To Mars, e la battaglia legale con la sua ex etichetta discografica. Leto ha però parlato anche di come il successo di ‘Dallas Buyers Club’ abbia rinnovato il suo interesse nella recitazione, in parte grazie al rinnovato interesse che i registi di Hollywood hanno cominciato a dimostrare dopo il trionfo agli Academy Award. “Sto leggendo copioni – ha detto – ma ora ho delle opportunità di lavorare con persone che rispetto e ammiro, il cui lavoro è stato d’ispirazione. È molto divertente, vedremo cosa riserva il futuro”.

E il 42enne, che in passato è stato diretto da cineasti come Darren Aronofsky (‘Requiem for a Dream’), David Fincher (‘Panic Room’, ‘Fight Club’), Oliver Stone (‘Alexander’), Terrence Malick (‘La sottile linea rossa’), ha ammesso di avere nel cassetto il più classico dei sogni di un attore: diventare lui stesso regista. “Sarebbe davvero grande, e quando avrò la storia giusta da raccontare certamente lo farò” ha detto. “Sono entrsato in questo business pazzesco perché ero interessato a diventare un regista. Ho fatto la scuola d’arte studiando per diventare pittore, poi ho cambiato il mio percorso di studi per fare film, e ho iniziato a recitare perché ho pensato che mio avrebbe aiutato a trovare un lavoro come regista”.

La vittoria agli Oscar ha anche veicolato un maggiore interesse sui 30 Seconds to Mars, ma non vede una divisione tra i diversi ambiti in cui l’artista si esprime. “È difficile separare queste cose, non posso farlo. Che io faccia il regista, l’editor, l’attore, il musicista o l’imprenditore, faccio tutto in contemporanea. E diventerei pazzo se cercassi di ergere dei muri tra i vari aspetti”.

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