Dalle nostre inviate a Sanremo Chiara Troiano e Virginia Michetti
Sanremo (Imperia), 20 feb. (LaPresse) – Dallo spazio al palco dell’Ariston. Luca Parmitano, astronauta italiano tornato sulla terra a novembre dopo aver passato sei mesi sulla Stazione spaziale internazionale, questa sera sarà uno degli ospiti di punta di Fabio Fazio nella terza serata del Festival di Sanremo. A poche ore dal suo debutto sul palco della kermesse canora, Parmitano fa tappa in sala stampa e affascina la platea di giornalisti con i racconti del suo viaggio spaziale. “E’ stata un’esperienza fortissima, il coronamento di un sogno che avevo da bambino”.
IL SOGNO DI DIVENTARE ASTRONAUTA. Perché già da piccolo Parmitano voleva fare l’astronauta e, ora che il suo sogno è realizzato, “il sentimento più forte è quello di gratitudine per aver potuto godere di questo privilegio straordinario. Gratitudine nei confronti della base che mi ha sostenuto con l’Agenzia Spaziale Italiana, l’Agenzia Spaziale Europea e l’Aeronautica militare che mi ha dato gli strumenti per essere selezionato”.
IMPOSSIBILE ANNOIARSI NELLO SPAZIO. L’astronauta racconta i suoi sei mesi nello spazio e a chi gli chiede se a un certo punto non ci si annoi e non venga voglia di fare altro, risponde sorridendo: “Ma secondo lei, quando sei su una stazione spaziale che viaggia a 28mila chilometri all’ora, che gira sulla Terra 16 volte al giorno, facendo ogni giorno un lavoro diverso, agendo su macchine costosissime, quando hai la possibilità di aprire la cupola e vedere lo spettacolo più straordinario che un uomo possa vedere. Ma secondo lei, ci si può annoiare? E’ assolutamente impossibile”.
IL RIMPIANTO. “L’unico rimpianto – aggiunge – è quello di non riuscire a ricordare e a raccontare con perfezione quello che ho fatto e che ho visto. E’ un problema di vocabolario: il mio non è abbastanza forbito e vasto”. Ma la vita sulla Iss ha anche i suoi contro, come quello della mancanza della cucina di casa. Parmitano racconta che si è fatto mandare dal celebre cuoco Davide Scabin un pacco di cibo italiano che sarebbe dovuto bastare per i sei mesi di missione, “ma quando è arrivato ho invitato tutti i colleghi a cena e lo abbiamo finito tutto in una volta. Però ne abbiamo parlato per sei mesi. E’ stata una serata bellissima e tutti hanno apprezzato”.
DALLO SPAZIO LA TERRA E’ UN’OASI. Poi, il ritorno sulla Terra, che vista dallo spazio è “un’oasi nel deserto, che si apprezza ancora di più rientrando”. Un arrivo commovente a Houston perché dopo sei mesi l’astronauta ha trovato le sue due bambine Sara, di 3 anni, e Maia, di 6. “C’era una macchina – racconta – con dentro mie bimbe. La più grande era sveglia, con il sorriso più luminoso che abbia mai visto. La piccola dormiva ma non ho resistito e l’ho svegliata: mi ha guardato per 3 volte con gli occhi sorpresi. Mi sono sciolto. In quel momento non ero un astronauta ma un papà, mi sono comportato come tutti i papà”.
NON ESISTONO SUPEREROI. L’atteggiamento di Parmitano dà l’idea di un uomo sereno, senza preoccupazioni e senza paure, ma “chi dice di non aver paura o è stolto o è bugiardo e sa di mentire. La paura è uno strumento che serve a salvarci la vita. Bisogna imparare a controllarla in modo che non si trasformi in un cavallo imbizzarrito. Siamo persone normali, non ho mai conosciuto un superuomo e spero di non conoscerlo mai”.
LA PAURA DEL FESTIVAL. E quindi, anche paura del palco dell’Ariston? “Nel momento in cui osassi cantare o suonare avrei il fortissimo timore di abbassare lo share”, scherza Parmitano. Un astronauta che ama la musica, suona il basso, il pianoforte e anche la chitarra, “ma mi diletto solo per le mie orecchie e per quelle di chi mi vuole abbastanza bene per ascoltarmi”. Anche sulla Iss l’astronauta ricorda che faceva “le pulizie del sabato mattina con le cuffie. Ascoltavo molta musica italiana, la stessa che ascolto sulla Terra: De Andrè, Dalla, Battisti, ma anche i Beatles, musica classica e jazz. Sono un grande fan del chitarrista Pat Metheny: stasera mia moglie va al concerto e io sono qui. C’è un pizzico di invidia”.
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