Detroit (Michigan, Usa), 20 ago. (LaPresse/AP) – È morto a 87 anni Elmore Leonard, acclamato scrittore di noir statunitensi dai cui best-seller da cui Hollywood ha tratto film memorabili, come ‘Jackie Brown’ di Quentin Tarantino e ‘Out of Sight’ di Steven Soderbergh.

Leonard, premiato nel 2012 con un National Book Award è mancato oggi in seguito alle complicazioni di un ictus. Ne ha dato notizia Gregg Sutter, suo collaboratore di fiducia, che per anni gli ha fatto da spalla nelle ricerche per i suoi libri. Sutter ha reso noto che Leonard è spirato circondato dalla sua famiglia.

Leonrd era un fine giallista e un maestro del dialogo e della lingua, con una dote particolare per portare avanti la trama delle storie attraverso le conversazioni dei personaggi e repentini cambi di punti di vista: una caratteristica che rendeva i suoi romanzi particolarmente adatti alla trasposizione cinematografica.

La bibliografia di Leonard conta più di 40 romanzi all’attivo, popolati da cospiratori patetici, truffatori intelligenti e assassini occasionali. Ognuno è caratterizzato da ambivalenza morale riguardo la criminalità, humour nero e raffigurazioni perfidamente acute della natura umana: gli avidi sogni di Armand Degas in ‘Killshot’, l’ironica flemma da gangster di Chili Palmer in ‘Get Shorty’ (‘La scorciatoia’, Marco Tropea) e ‘Be Cool’ (‘Chili con Linda’, Marco Tropea), il bruciante desiderio per la notorietà di Jack Belmont in ‘Hot Kid’ (Einaudi).

“Quando qualcosa suona come se fosse scritto, io lo riscrivo” amava dire Leonard, e la critica adorava il suo stile colloquiale, impeccabilmente disadorno. Come una volta disse l’autrice Ann Arensberg in una recensione per il ‘New York Times’, “Non sapevo che fosse possibile essere bravi come lo è Elmore Leonard”.

I suoi milioni di fan, che contano tra gli altri Saul Bellow (scoparso nel 2005) e il suo amico Martin Amis, hanno fatto dei suoi libri dei best sellers a cominciare dal libro del 1985 ‘Casino’ (‘Glitz’). E quando nel 1995 gli spettatori andarono in massa a vedere al cinema ‘Get Shorty’ di Barry Sonnenfeld con John Travolta e Gene hackman, lo scrittore divenne un beniamino dei registi di Hollywood.

Leonard, nato a New Orleans l’11 ottobre 1925, figlio di un dirigente della General Motors; dopo aver cambiato diverse città con la famiglia si trasferì a Detroit, dove rimase tutta la vita e dove poi ambientò diversi romanzi. Iniziò a scrivere da giovane, facendo il copywriter oper un’agenzia di pubblicità. Pubblicò il primo romanzo nel 1953 (il western ‘The Bounty Hunters’), ma ci vollero decenni perché il mondo si accorgesse di lui: non ebbe un best-seller fino ai 60 anni, e i critici iniziarono a prenderlo sul serio solo negli anni ’90. Il suo primo poliziesco, ‘The Big Bounce’ (‘Il grande salto’, Einaudi) fu respinto 84 volte prima di venire pubblicato come paperback nel 1969. Da quel romanzo fu poi tratto un film con Ryan O’Neal (‘Io sono perversa’) che Leonard definì “terribile”; nel 2004 ne venne fatta una nuova trasposizione, ‘Brivido biondo’ per la regia di George Armitage con Owen Wilson e Morgan Freeman.

Da lì seguirono diversi polizieschi ben critti e dal ritmo veloce che gli permisero di costruire il successo. Leonard aveva iniziato a seguire il consiglio che avrebbe poi dato nei corsi di scruittura: “Cercate di lasciare fuori le parti che la gente salta”.

Hollywood continuò a pescare a piene mani nella sua produzione per trarne film, ma ci volle Sonnenfeld con ‘Get Shorty’ per rendergli giustizia. Poi Quentin Tarantino prese ‘Rum Punch’ e lo trasformò ‘Jackie Brown, una pellicola in stile blaxploitation con protagonista Pam Grier; mentre Steven Soderbergh rimase più fedele alla storia e ai dialoghi originali del romanzo ‘Fuori dal gioco’ con ‘Out of Sight’.

Anche dal suo primo amore, il western, vennero tratti dei film. Il racconto più noto, ‘3:10 to Yuma’ nel 1957 divenne ‘Quel treno per Yuma’ con Van Heflin e Glenn Ford, poi rifatto nel 2007 da James Mangold con Russell Crowe e Christian Bale. Un altro, ‘Hombre’, nel 1967 ebbe come protagonista Paul Newman.

Di recente, anche la serie televisiva ‘Justified – L’uomo della legge’ di cui Leonard era produttore esecutivo, è basata sulle avventure di uno dei suoi personaggi, l’U.S. Marshall Raylan Givens.

Leonard mantenne sempre lo stesso processo di scrittura. Ogni mattina alle 10 andava nel suo studio di casa a Bloomfield Township, nel Michigan, sedendosi dietro una scrivania ricoperta di pile di carta e libri. Si accendeva una sigaretta, tirava una boccata di fumo e si acingeva a scrivere, a mano, su taccuini gialli senza righe da 63 pagine che venivano fatti su misura per lui. Quando finiva una pagina, Leonard trasferiva le parola su un nuovo foglio di carta con una macchina da scrivere elettrica. Cercava di aver completato tra le 3 e le 5 pagine quando la sua giornava lavorativa finita, alle 6 di pomeriggio. “Devi mettere insieme il tempo e vuoi scrivere un libro” raccontò ad Associated Press nel 2010 sul suo ritmo di lavoro.

“Probabilmente non smetterò finché non smetterò tutto, intendo la mia vita, perché è tutto quello che so fare” aveva aggiunto. “Ed è divertente. Mi diverto davvero a scrivere e molto tempo fa mi sono detto ‘Ti devi divertire a darlo, o ti farà diventare matto'”.

Leonard ha sofferto di un ictus lo scorso 29 luglio. Sposato tre volte (con Beverly Cline nel 1949, con Joan Shepard nel 1979, con Christine Kent nel 1993) e due volte vedovo, lascia l’ultima moglie e cinque figli, tutti nati nel primo matrimonio.

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