Los Angeles (California, Usa), 13 ago. (LaPresse/AP) – È chiaro che Ashton Kutcher, appassionato di tecnologia, ha una riverenza inflessibile nei confronti di Steve Jobs, il co-fondatore della Apple che l’attore ritra nel nuovo film, ‘jOBS’, in uscita negli Stati Uniti venerdì, che sugli schermi italiani arriverà il 3 ottobre. In un’intervista video via Skype con Associated Press, l’attore 35enne parla della sua personificazione sul grande schermo della mente dietro la mela morsicata, e si dimostra risoluto e riflessivo, l’antitesi di molti dei personaggi che ha interpretato in sitcom come ‘That 70’s Show e ‘Due uomini e mezzo’ e in film leggeri come ‘Fatti, strafatti e strafighe’ e ‘Notte brava a las Vegas’.
Kutcher, qui alla sua prova d’attore, racconta come fosse imperativo per lui personificare e non parodiare i manierismi di Jobs, un uomo notoriamente esigente e difficile, scomparso per cancro al pancreas nel 2011.
Kutcher non ha dipinto il ritratto di un individuo senza macchia. Come ha fatto a bilanciare l’interpretazione di un uomo che era ovviamente un’icona ma che, come tutti, aveva anche dei difetti? “Penso che a Steve importasse il risultato finale e non si preoccupasse di piacere – afferma Kutcher – sapeva che sarebbe stato apprezzato se le sue creazioni fossero state realizzate correttamente. Era molto schietto, ma lo era perché ci teneva. Ho provato a guardare i suoi difetti come dei doni, ho cercato di capirlo e di non giudicarlo. Credo che il modo in cui quell’uomo ha ricevuto amore nella vita sia stato attraverso la creazione di prodotti che la gente amava. E amando i suoi prodotti, amavano lui”.
Come si è preparato per le scene in cui Jobs entra in modalità ‘bestia’, sbraita ed è aggressivo? “Non è mai stato combattivo senza ragione. Penso che ci fosse qualcosa che desiderava, aveva un obiettivo e una passione per i consumatori, aspetti che guidavano la sua frustrazione. Voleva che le persone intorno a lui dessero la stessa importanza al risultato che dava lui, e credo che la sua frustrazione fosse un tentativo di motivare le persone a tenerci allo stesso modo”, spiega l’attore.
Pensa che sia il momento giusto per questa storia? Non è troppo presto? “Col passare del tempo – risponde l’attore – le storie diventano più grandi. Lui sarà più glorificato per le cose che ha fatto bene e diffamato per quelle che ha sbagliato. Abbiamo avuto la grande opportunità di raccontare la storia di un uomo, con una quantità esponenziale di risorse per informarci su quello che è davvero successo. O almeno, il più vicino possibile a quanto realmente accaduto, in base a quello che ricordano”.
Tuttavia il co-fondatore della Apple Steve Wozniak (che farà da consulente per un altro film su Jobs, ancora senza titolo, che sarà prodotto dalla Sony e diretto da Aaron Sorkin) dopo aver visto materiale del film ha affermato che alcune scene non sono accurate. “Steve Wozniak sta venendo pagato da un’altra società – puntualizza Kutcher – per sostenere il loro film su Steve Jobs. Per lui è una questione personale, ma è anche business. Dobbiamo tenerlo a mente. È stato anche estremamente maldisposto verso di noi mentre producevamo il film. È un uomo brillante e rispetto il suo lavoro, ma non è stato disponibile come fonte con noi. Così il suo resoconto non sarà il nostro, perché non sappiamo esattamente quale fosse. Abbiamo fatto il miglior lavoro che potevamo. Nessuno sa esattamente quello che è successo in quelle stanze”.

