Honolulu (Hawaii, Usa), 27 mar. (LaPresse/AP) – Nei film di James Cameron, come ‘Avatar e ‘The Abyss’, i mondi inesplorati sono ricchi di colore e pieni di pericoli alieni. Ma nella sua immersione nel luogo più profondo della Terra la realtà di è dimostrata molto diversa: bianca, sterile e insignificante. E tuttavia, ultraterreno e sorprendente.

“Mi sono sentito come se, letteralmente nello spazio di un giorno, sia andato su un altro pianeta e sia ritornato” ha raccontato il regista dopo essere tornato dal freddo buio luogo a 11 chilometri sotto la superficie dell’Oceano Pacifico, nella Fossa delle Marianne, a bordo del suo sottomarino verde lime chiamato Deepsea Challenger. “È stata una giornata molto surreale”.

Cameron è la prima persona ad aver esplorato la valle più profonda dell’oceano da quando due uomini fecero la prima incursione di 20 minuti nel 1960. Ha trascorso circa 3 ore scivolando nel buio gelido, iluminato solo dalle luci speciali del sottomarino da una sola persona che ha aiutato a progettare. Solo metà del tempo di quanto previsto, perché le batterie sono durate meno del dovuto.

La sezione più profonda della Fossa delle Marianne, lunga 2415 chilometri, è così incontaminata da apparire a tutta prima scialba. Ma c’è qualcosa di stranamente cupo e affascinante nei primi frammenti di video che Cameron ha filmato. Non è quello che si vede, ma dove ti porta. C’è un senso di solitudine che Cameron trasmette nel video muto che mostra il suo scivolare attraverso ciò che lui chiama “la morbidissima, quasi gelatinosa, piatta pianura”. “La mia sensazione è stata di completo isolamento da tutta l’umanità” ha detto Cameron.

Non sembrerà tanto drammatico, e in qualche modo Cameron ha fatto “un’esplorazione con le rotelle” come ha detto Andy Bowen, che dirige il laboratorio di immersioni profonde al Woods Hole Oceanographic Institution, riferendosi alle ruotine che si mettono alle biciclette dei bambini. Ma è stato un inizio straordinario. Le immagini “mancano dell’impatto visivo delle rappresentazioni in 3D altamente colorizzate dell’oceano – ha detto Bowen – ma ci sono sorprendenti scoperte da fare”.

“La realtà di quando si esplora un ambiente del genere – ha spiegato Bowen – è che a volte può essere molto noioso; non si può sempre fare scoperte drammatiche ad alto impatto visivo. Il processo scientifico è faticoso e a volte ci vuole una quantità di sudore per scoprire dei segreti”. E Cameron ha sudato, quando entrando nel sottomarino la temperatura era di circa 38 gradi, “Come una sauna”, ha detto; salvo poi precipitare a 2 gradi centigradi man mano che il sottomarino sprofondava nelle gelide acque della Fossa. E la pressione sul sottomarino era immensa, equiparabile a quella di tre suv appoggiati sul dito el piede. Il sottomarino rinforzato si è ristretto di tre centimentri sotto quella pressione, ha riferito Cameron. “È un ambiente molto strano – ha detto – non posso dire che sia confortevolte. E non puoi allungarti”.

Il frammento di un minuto che è stato rilasciato dallo sponsor National Geographic è solo un’anticipazione. Cameron tornerà ad immergersi nell’area, a circa 322 chilometri dall’isola di Guam, il punto dove la fossa è chiamata Challenger Deep, filmando tutto in 3D per le visioni successive. Per Cameron, la cosa più importante era godersi il fatto di essere laggiù. Non lo aveva fatto quando si era immerso fino al relitto del Titanic, e gli astronauti delle missioni Apollo hanno detto di non aver mai avuto il tempo di assaporare dove si trovavano. “C’è stato un momento in cui mi sono fermato, l’ho realizzato e mi sono detto ‘Questo è dove mi trovo, sono sul fondo dell’oceano, il punto più profondo della Terra. Cosa significa tutto questo?’ – ha raccontato ai giornalisti nel corso della conferenza stampa – sono stato lì, seduto a guardare fuori dalla finestra, guardando questa sterile desolata pianura lunare, apprezzando il momento”. Ha anche realizzato quanto fosse solo, con così tant aacqua sopra di lui. “È davvero il senso di isolamento, più di qualsiasi cosa, realizzare quanto sei piccolo in questo enorme, nero, sconosciuto e inesplorato posto”, ha raccontato. Cameron sperava di vedere qualche strana creatura del profondo, ma non ne ha viste. Non ha trovato tracce di piccoli animali primitivi sul fondo dell’oceano, come invece gli era accaduto quando si era immerso a 8 chilometri di profondità alcune settimane fa. Tutto ciò che ha visto erano voraci creatura simili a gamberetti, non più grandi di un pollice (2,5 centimetri). Nelle future missioni, Cameron intende portare delle esce, come polli, per catturarne. “Per me è solo l’inizio – ha detto Cameron – non è un affare da una volta e poi basta. Questo è il primo passo per una nuova frontiera. Per me la storia è nelle persone, nella loro ricerca, nella curiosità e nei loro tentativi per capire”.

Cameron ha detto che la sua missione è tutta rivolta all’esplorazione, alla scienza e alla scoperta. Ma non è il solo interessato agli oceani: le profondità dell’oceano sembrano la nuova meta degli avventurieri ricchi e famosi. Sir Richard Branson, fondatore del Virgin Group, sta costruendo il suo sottomarino personale per esplorare le profondità del mare. Branson ha detto all’Associated Press che l’impresa di Cameron è “un risultato fantastico”. Branson spera di essere il primo ad esplorare un altro punto dell’oceano, immergendosi nel luogo più profondo dell’Atlantico, la Fossa di Puerto Rico, a pochi chilometri dalla sua casa, che arriva fino a 8300 metri ed ancora inesplorata. Branson spera di potersi unire a Cameron in un’immersione in tandem dei due sottomarini. “Insieme, saremo una squadra formidabile”, ha detto.

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