Salone della giustizia a Roma, grandi assenti le vicende di Berlusconi

Salone della giustizia a Roma, grandi assenti le vicende di Berlusconi

Roma, 1 dic. (LaPresse) – E’ una giustizia, quella che vede a Roma andare in scena il terzo Salone a lei dedicata, che si ritrova improvvisamente orfana delle polemiche legate ai processi dell’ex presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, e affronta con un taglio riflessivo i problemi reali di un sistema che secondo quanto affermano gli stessi addetti ai lavori “necessita di un adeguamento e di un approccio riformatore che sappia rispondere all’esigenze del Paese in chiave europea”. Il taglio simbolico del nastro per la prima edizione romana del Salone della giustizia (le prime due si sono svolte a Rimini, ndr) é toccato al neo guardasigilli, Paola Severino, che ha inaugurato la quattro giorni (la manifestazione si chiuderà il 4 dicembre) spiegando che “la giustizia é al servizio del cittadino, ma bisogna aprirsi al dialogo”.

Il dialogo fra istituzioni é la chiave per affrontare una riforma del sistema che affronti le criticità della giustizia italiana (carceri, tempi, risorse finanziarie e umane, rapporto con le istituzioni). Il dialogo secondo la Severino deve coinvolgere i cittadini e in modo particolare le nuove generazioni poiché “anche e soprattutto i giovani devono saper comprendere il valore della giustiuzia e allontanare i disvalori dell’illegalità, capendo con il dialogo che la giustizia é anche al loro servizio”. “La legalità, cioè il senso del rispetto per le regole non è un sentimento innato, ma un sentimento che va coltivato e trasmesso, per cui serve un’attività di educazione”, ha detto Michele Vietti, vicepresidente del Csm, spiegando che “l’importante è che la nostra generazione racconti a quelle successive che rispettando le regole si vive meglio tutti quanti, ciascuno di noi e tutto il Paese”.

Come farlo? Attraverso l’educazione alla legalità, ha spiegato il ministro dell’Istruzione, Francesco Profumo, incontrando allievi delle scuole medie e superiori in una tavola rotonda: “La scuola è dunque l’istituzione più indicata per diffondere, sin dai primi anni, la cultura della legalità e per fondare, di conseguenza, una società della legalità”. Il dibattito sul tema della legalità é stato l’occasione per una dura condanna da parte di Vietti della condotta dei magistrati implicati nell’indagine della Dda di Milano che ha colpito la ndrangheta e ha portato in manette un giudice a Reggio Calabria. “Ci sono magistrati – ha detto il vicepresidente del Csm – che sbagliano e che come tutti noi cittadini, possono sbagliare, ma questo non deve far venir meno il rispetto della giustizia e della legalità da parte di noi tutti”.

Educazione alla legalità ma non solo, i problemi della giustizia italiana sono anche di tipo organizzativo e gestionale e saranno oggetto di un incontro tra i vertici dell’Anm e il ministro Severino, come afferma Luca Palamara, presidente del sindacato delle toghe: “Sicuramente abbiamo in agenda un incontro, c’è l’impegno di vedersi al più presto e da parte nostra c’è la volontà a fornire un contributo in termini di idee, proposte e riflessioni”. Sul tavolo, ammette Palamara, ci saranno l’analisi della situazione economica e della manovra, i cui tagli dovranno per forza di cose colpire anche il sistema giustizia. Il taglio dei piccoli tribunali, secondo Palamara potrebbe essere una possibilità da considerare nell’ottica di “recuperare risorse”. “Siamo pronti a fare la nostra parte – ha spiegato il presidente dell’Anm – per un miglioramento del sistema giustizia e del servizio, attraverso proposte, suggerimenti e indicando le priorità”.

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