Da quando lo ha introdotto l'allora ministro Giovanni Gentile, ha subito tanti cambiamenti: domani al via la prima prova

Era il 1923 quando il ministro Giovanni Gentile introdusse l’esame di Maturità per tutti gli studenti dei licei italiani. Quest’anno la tanto temuta prova compie 100 anni. Come è cambiata in questo secolo di storia?

1923- Il padre dell’esame di Maturità, Giovanni Gentile, pensa a una formula estremamente rigida per mettere alla prova i maturandi: 4 prove scritte e una prova orale che copre il programma degli ultimi tre anni. La commissione è composta da membri esterni, spesso docenti universitari.

1937- Quattordici anni dopo l’esame subisce la prima trasformazione. La modifica riguarda i programmi scolastici oggetto delle prove finali, dal programma dei tre anni a quello dell’ultimo anno. L’allora Ministro dell’Istruzione, Giuseppe Bottai, modifica la composizione della commissione, che diviene interna tranne che per il presidente e il vicepresidente. Durante la guerra poi l’esame viene ridotto semplicemente a uno scrutinio di fine anno.

1951- Nel dopoguerra il ministro Guido Gonella ripristina la Maturità Gentile. Si torna quindi a quattro prove scritte e una orale. Per quanto riguarda invece la commissione vengono inseriti anche dei membri interni. Il programma dell’esame riduce il contesto dell’esame ai programmi dei due anni precedenti e dell’ultimo, di cui inoltre occorre conoscere solo i punti salienti.

1969- Il ministro Fiorentino Sullo nel 1969 cambia l’esame di Maturità e il suo diviene l’esame più longevo di sempre: rimane infatti ‘in carica’ per circa 30 anni. L’impianto prevede una commissione prevalentemente esterna, con la presenza di un solo membro interno e i ragazzi vengono messi alla prova con due prove scritte e due materie all’esame orale, una delle quali viene scelta dal maturando. Viene inoltre introdotto il sistema a sessantesimi, per avere il diploma è necessario raggiungere almeno 36/60 e il massimo è 60/60.

1999- Il ministro Luigi Berlinguer manda in pensione l’esame progettato da Sullo e introduce delle novità. Prima tra tutte il credito scolastico: la parte del voto finale è infatti determinata dalla media scolastica degli ultimi tra anni. Berlinguer introduce inoltre quattro tipologie di tracce nella prova di italiano: analisi del testo, saggio breve, tema di ordine generale e tema storico.Altra novità riguarda invece l’introduzione del ‘quizzone’, la famigerata terza prova: una prova scritta composta da domande sui programmi di tutte le materie dell’ultimo anno. L’orale riguarda solo le materie dell’ultimo anno e vide l’arrivo della tesina multidisciplinare. La commissione inoltre diventa mista, tre membri interni e tre esterni e il presidente esterno. Per la prima volta inoltre la valutazione passa da sessantesimi a centesimi.

I CAMBIAMENTI NEI PRIMI ANNI DEL 2000

Tra il 2000 e il 2006 non mancano ulteriori cambiamenti o aggiustamenti all’esame di Maturità. La ministra Letizia Moratti cambia le commissioni, lasciando solo il presidente come membro esterno, il numero dei crediti attribuibili (che passarono da 20 a 25)e viene introdotta la lode. Viene inoltre introdotto il ‘giudizio di ammissione’.

2017- La ministra Valeria Fedeli cancella la terza prova e la tesina all’orale, cambiando radicalmente l’esame di Maturità. Il valore del credito scolastico passa dai 25 ai 40 punti e cambiarono i criteri di ammissione all’esame: per accedervi infatti è necessario avere la sufficienza in tutte le materie. Diventano inoltre requisiti di ammissione l’ex alternanza scuola lavoro (i PCTO) e il superamento delle prove Invalsi. Senza la terza prova gli scritti tornano due: nella prima prova il saggio breve lascia il posto a un saggio argomentativo mentre le tracce del tema di attualità e di analisi del testo si sdoppiano. La traccia storica diventa invece una traccia di ambito storico. La seconda prova diventa invece multidisciplinare, si possono affrontare due materie di indirizzo nella stessa prova. Durante la prova orale invece il candidato deve esporre le conoscenze durante il percorso di Alternanza e una riflessione su Cittadinanza e Costituzione.

L’ESAME DURANTE LA PANDEMIA

Il Covid modifica anche l’esame di Maturità, con l’emergenza sanitaria infatti per due anni le prove scritte sono sostituite da un maxi orale, giudicato da una commissione di tutti membri interni tranne il presidente. Tutto il resto del voto, fino ad un massimo di 60 punti, viene dai crediti scolastici.

OGGI, IL RITORNO ALLA NORMALITÀ

Oggi i 100 anni dell’esame vengono ‘festeggiati’ con un ritorno alla normalità. L’esame torna quindi come quello del 2017. I crediti scolastici tornano a essere 40 e i maturandi dovranno cimentarsi con una prova scritta, con sette tracce relative a tre diverse tipologie di compito e con una seconda prova, anch’essa uguale in tutta Italia per i vari indirizzi. Ultimo step, il colloquio orale sull’esperienza dei PCTO e un tema di educazione civica. La commissione sarà composta da tre membri esterni, tra interni e un Presidente esterno. Unica eccezione è per i maturandi delle zone colpite dell’alluvione Emilia Romagna: per loro grazie ad un ordinanza firmata dal ministro Valditara, “le prove d’esame saranno sostituite da un colloquio interdisciplinare finalizzato ad accertare il conseguimento del profilo culturale, educativo e professionale dello studente”.

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