Scuola: caos quarantene e classi in dad. Critiche ad Asl su ritardi tamponi

Scuola: caos quarantene e classi in dad. Critiche ad Asl su ritardi tamponi

A trainare il contagio è soprattutto la fascia degli under 12 dove il vaccino non è stato ancora autorizzato

Il nuovo protocollo sulle quarantene nelle scuole, complice anche l’aumento dei contagi, inizia a mostrare delle difficoltà di attuazione. Il problema è soprattutto legato alle tempistiche del tracciamento con classi costrette comunque ad andare in dad per alcuni giorni nonostante ci sia un solo caso positivo in attesa nel cosiddetto ‘tampone zero’. Il problema – spiega a LaPresse Maddalena Gissi segretaria generale di Cisl Scuola – non è tanto nel sistema scolastico quanto “nella rete delle Asl”. Inoltre, per evitare un nuovo ritorno massiccio alla didattica a distanza occorre “dare una vera priorità alla scuola, non quella che è solo negli annunci”, prosegue la sindacalista. Ovvero serve che i tamponi degli studenti quando c’è una caso di positività accertato all’interno di una classe e la terza dose per il personale scolastico abbiano “una corsia privilegiata”.

Delle criticità è ben consapevole il ministro dell’Interno, Patrizio Bianchi, anche nel suo essere “ostentatamente non pessimista”. Alcune situazioni “difficili” ci sono ma la situazione “resta sotto controllo”. Del resto l’Italia affronta la nuova ondata con un tasso di vaccinazione fra i più alti d’Europa e il protocollo varato serve per avere “un coordinamento su tutto il territorio nazionale tra scuole e aziende sanitarie”. Una delle Regioni sotto la lente di ingrandimento è il Friuli ma l’assessore regionale all’Istruzione, Alessia Rosolen, spiega che comunque al momento “non è necessario il ricorso alla didattica a distanza generalizzato”.

A trainare il contagio è soprattutto la fascia degli under 12 dove il vaccino non è stato ancora autorizzato e sarebbe utile implementare “la campagna di screening messa in atto in alcune regioni”, argomenta ancora Gissi. L’obiettivo di tutti resta quello di mantenere la didattica in presenza. Ma la dad – sottolinea il presidente dell’Associazione presidi Antonello Giannelli – deve comunque essere vista come “uno strumento didattico e non più come un esorcismo contro l’epidemia”.

© Riproduzione Riservata