Il reclutamento stratificato per graduatorie non funziona

Superato (in parte) l’incubo della pandemia, è di nuovo caos cattedre. Questo è il primo anno di piena applicazione dell’algoritmo introdotto dal Ministero dell’Istruzione per assegnare le nomine, ma il reclutamento stratificato per graduatorie non funziona.

Per la segretaria della Cisl Scuola, Maddalena Gissi, però l’algoritmo non c’entra, o meglio, c’entra solo in parte. Il problema, spiega, è che c’è stata una mole enorme di rinunce. Solo a Milano ce ne sono 4mila, nel Lazio 3mila. Il motivo? “qualcuno dice sia il reddito di cittadinanza – commenta con LaPresse la sindacalista -. C’è chi ha fatto domanda e non può spostarsi perché costa molto, così rinuncia. Ma c’è anche una crescita esponenziale di richiesta di part time, che crea cattedre residue” perché spezzate. Perciò, afferma Gissi, “il caos non è un prodotto dall’algoritmo, in assoluto no. Ci sono una serie di questioni che lasciano vacanti i posti”.

E, in effetti, l’algoritmo ha permesso a più di 60mila persone di arrivare in cattedra prima dell’inizio delle lezioni, con nomine a tempo indeterminato. Il triplo degli ingressi a settembre dello scorso anno. Dopo le immissioni in ruolo, sempre tramite il sistema, c’è stata una copertura massiva delle supplenze, con una “piena applicazione di una assegnazione di incarico al maggior numero possibile di supplenti”, assicura Gissi.

Cosa non ha funzionato in alcune realtà? La procedura, perché molti prof hanno rinunciato, alcuni non hanno trovato la disponibilità comoda e utile, altri ancora si sono visti superati dalle 104 o non hanno compilato la domanda chiedendo di poter accedere anche agli spezzoni. È successo che dopo la prima nomina, la prima immissione dei supplenti delle scuole, c’è stato un secondo giro che non ha richiamato più i primi in graduatoria, ma è andato avanti.

Gli errori che si incrociano sono due: le cattedre legate alle 104, che si calcola come precedenza solo quando c’è certezza delle nomine, e gli ‘spezzoni’, le ore necessarie a coprire il fabbisogno delle scuole che eccedono le 18 a settimana della singola cattedra. La soluzione, per la segretaria di Cisl Scuola è anche un appello: “Se non ci si ferma per almeno un anno a riflettere sui bisogni effettivi della scuola in termini di formazione, accesso, attrattività economica della professione, continueremo a inseguire le cattedre vacanti”.

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