E' stato pubblicato su Nature e riguarda i topi (ma potrebbe fornire spiegazioni anche sugli esseri umani)
Uno studio ha rilevato cosa potrebbe far ‘scattare’ l’infanticidio nel cervello. Lo studio è stato pubblicato su Nature e riguarda i topi, ma potrebbe aiutare a comprendere anche i casi di infanticidio a livello umano.
“In molte specie, tra cui i topi, le femmine mostrano comportamenti orientati al cucciolo nettamente diversi in base al loro stato riproduttivo. Le femmine di topo selvatiche ingenue spesso uccidono i cuccioli, mentre quelle in allattamento si dedicano alla cura dei cuccioli. I meccanismi neurali che mediano l’infanticidio e il passaggio a comportamenti materni durante la maternità rimangono poco chiari”, si legge nell’abstract dello studio. “In questa sede, sulla base dell’ipotesi che i comportamenti materni e infanticidi siano sostenuti da circuiti neurali distinti e in competizione tra loro, utilizziamo l’area preottica mediale (MPOA), un sito chiave per i comportamenti materni, come punto di partenza e identifichiamo tre regioni cerebrali collegate all’MPOA che guidano i diversi comportamenti negativi diretti ai cuccioli. La manipolazione funzionale e la registrazione in vivo rivelano che le cellule che esprimono il recettore estrogenico α (ESR1) nel nucleo principale del nucleo letto della stria terminale (BNSTprESR1) sono necessarie, sufficienti e naturalmente attivate durante l’infanticidio nei topi femmina – si legge – Durante la maternità, le cellule MPOAESR1 e BNSTprESR1 cambiano la loro eccitabilità in direzioni opposte“, prosegue ancora l’abstract.
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