Più di uno studio ha fatto suonare il campanello d'allarme, mezzo milione di giovani italiani coinvolti. Il ministro della Salute: "Nuova emergenza"

“In occasione della Giornata mondiale per la sicurezza in Rete, più di uno studio ha fatto suonare il campanello d’allarme sul rischio di dipendenza da videogiochi per oltre un ragazzo su dieci o sul cyberbullismo, che colpisce una fetta simile degli studenti”. A dirlo, in un’intervista alla Stampa, è il ministro della Salute, Orazio Schillaci, che parla di una vera emergenza. “Sono rimasto colpito dal dato riportato sabato dall’inchiesta de La Stampa sul mezzo milione di giovani e giovanissimi che nel nostro Paese è dipendente dai social network – spiega -. Si tratta di un fenomeno che numerosi studi correlano all’aumento dei disturbi mentali sempre più diffusi, non solo nella nostra generazione Z, ma anche in quella Alpha. Ossia, tra i nati dopo il 2012. Non a caso definiti anche ‘screenagers‘ per il tempo che trascorrono davanti agli schermi di pc, tablet e smartphone”.

Si tratta, secondo Schillaci, di “una nuova emergenza sanitaria, che si manifesta anche con la sempre più preoccupante diffusione dei disturbi alimentari, ai quali recenti studi attribuiscono oltre quattromila morti l’anno tra i ragazzi sotto i 24 anni. Dopo gli incidenti stradali è ormai questa la prima causa di morte tra i nostri giovani. Una strage silente, di fronte alla quale non possiamo restare indifferenti“. Il ministro sottolinea però “che i social vanno ben utilizzati, non demonizzati. È infatti innegabile che queste piattaforme offrono ai giovani strumenti per creare, mantenere o sviluppare relazioni interpersonali anche nel mondo reale. Ci sono indagini che dimostrano come le forti amicizie adolescenziali possano essere rafforzate dall’interazione con i social media. Anche se questo finisce per fare più ricco chi è già ricco nel senso delle relazioni sociali”. 

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata