L'operazione all'ospedale Molinette della Città della Salute di Torino

Nei giorni scorsi, all’ospedale Molinette della Città della Salute di Torino, per la prima volta un paziente è stato strappato da morte certa grazie a un trapianto di fegato eseguito in emergenza nazionale per una gravissima insufficienza epatica insorta a seguito di un colpo di calore accusato tre giorni prima. L’uomo, 57 anni, corporatura da ex atleta corridore, residente nell’astigiano, era stato colto da malore nei pressi di casa sua ma era stato in grado di chiedere aiuto. I soccorritori del 118 al loro arrivo l’hanno rinvenuto riverso a terra, privo di sensi, vicino a un rogo di rovi e sterpaglie verosimilmente appiccato da lui. La prima temperatura corporea è stata di 41 gradi, a prova di uno stato di cosiddetto ‘colpo di calore’. Le condizioni cliniche dell’uomo sono apparse immediatamente critiche, tali da necessitare l’intubazione tracheale sul posto e il trasporto in elisoccorso verso la Rianimazione dell’ospedale di Alessandria. Nelle ore successive, dopo il raffreddamento del corpo, le condizioni del paziente si sono stabilizzate ma li indici relativi allo stato del fegato a partire da 24 ore dopo l’evento acuto hanno registrato un evidente e progressivo peggioramento. A poco più di 36 ore il paziente non dava alcun segno di risveglio dal coma e si trovava in uno stato di grave insufficienza epatica acuta. I dottori Mauro Bruno e Silvia Martini della Gastro-Epatologia dell’ospedale Molinette di Torino e il professor Renato Romagnoli, Direttore del Centro Trapianto fegato Molinette, sono stati quindi contattati per valutare l’opzione salva-vita di un trapianto epatico. Il paziente è stato quindi trasferito verso la Rianimazione 2 delle Molinette diretta dal dottor Roberto Balagna, e inserito in lista d’attesa per trapianto di fegato in ‘super-urgenza nazionale’ a circa 48 ore dall’iniziale colpo di calore.

La Rete Trapianti italiana si è immediatamente attivata e, grazie al Coordinamento del Centro Regionale Trapianti del Piemonte-Valle d’Aosta (diretto dal professor Antonio Amoroso) e del Centro Nazionale Trapianti, dopo pochi minuti è stato individuato un donatore d’organi compatibile, da poco resosi disponibile ad Udine. L’équipe dei chirurghi del Centro Trapianto di fegato di Torino si è quindi mobilitata, recandosi nell’ospedale friulano per eseguire il prelievo d’organi. Il trapianto epatico è stato eseguito nella terza giornata dopo l’evento iniziale nelle sale operatorie delle Molinette a opera del dottor Damiano Patrono sotto la supervisone del professor Romagnoli.Attualmente il paziente si trova ancora ricoverato presso la terapia intensiva del dottor Balagna, ma ha già normalizzato i valori della funzione epatica e sta dando significativi, seppur iniziali, segni di risveglio dal coma. “Per la sua estrema rarità, il quadro di severo danno epatico secondario a colpo di calore pone particolari criticità nella sua valutazione e nella sua scelta di trattamento. Quando il grado di compromissione funzionale epatica supera i limiti di non ritorno, allora inizia una vera corsa contro il tempo, alla quale solo l’eccellenza del sistema trapianti a livello locale e nazionale permette di dare una risposta efficace”, commenta il dottor Giovanni La Valle, Direttore Generale della Città della Salute di Torino.

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata