La Sestriere spa chiude domani il comprensorio Via Lattea dopo la serrata degli impianti lombardi, dolomitici e di gran parte del Piemonte. Ordine di serrata in tutta Italia annunciato dal Ministro Boccia durante consueto punto stampa della Protezione Civile 

 Il coronavirus non ferma solo i campioni, a cominciare dall'annullamento delle finali di Coppa del Mondo a Cortina, ma anche la normale attività degli appassionati di sci. Il decreto del governo, infatti, ha chiuso gli impianti di risalita delle stazioni sciistiche di Lombardia, quelle delle province piemontesi del Verbano-Cusio-Ossola, quelle delle località emiliane di Modena e Reggio Emilia, quelle della Valle d'Aosta. Ma non è finita, perché anche la provincia di Trento, l'area Campiglio Dolomiti Adamello di Brenta e il Dolomiti Superski hanno scelto di fermare gli impianti. Restavano  escluse, fino ad oggi, due località regine: Cortina e Sestriere con l'enorme comprensorio della Vialattea. Oggi la decisione collegiale di Governo e Regioni: da domani chiusi gli impianti in tutta Italia.

L'ingegner Giovanni Brasso, presidente della Sestrieres s.p.a, ha atteso tutto il pomeriggio direttive ufficiali per muoversi: "Noi eroghiamo un servizio pubblico, dipendiamo dal Ministero dei Trasporti, non decidiamo noi se tenere aperto o chiudere". Chiusura che significherà oltretutto cassa integrazione per centinaia di addetti: "La chiusura degli impianti equivale a gente senza lavoro e quindi al ricorso alla cassa integrazione. Noi pronti ad adeguarci e, personalmente, ritengo questo provvedimento giusto", spiega Brasso.

Quello di sabato e domenica scorsi è stato l'ultimo week end per gli amanti dello sci. Tra l'altro, da un paio di settimane c'è stato un massiccio numero di rinunce da parte dei tour operator stranieri, mentre è aumentato il numero di italiani disposti a scappare dalle città per respirare l'aria buona della montagna.

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata