Nella notte il premier Conte ha firmato il decreto che limita gli spostamenti nelle zone indacate. Bar e ristoranti aperti fino alle 18 con un metro di distanza tra gli avventori

Stop agli spostamenti in Lombardia e in altre 14 province di Veneto (Venezia, Padova, Treviso), Emilia Romagna (Modena, Parma, Piacenza, Reggio Emilia, Rimini), Piemonte (Asti, Alessandria, Novara, Vercelli e Verbano Cusio Ossola), Marche (Pesaro e Urbino) per contenere l'epidemia di coronavirus. Vietato entrare e uscire dall'area del Nord indicata nel decreto messo a punto e firmato nella notte dal premier Conte. "Sarà possibile muoversi per solo per motivi di lavoro e di salute e per tornare nella propria abitazione".

Chiusi cinema teatri e sospese tutte le manifestazioni organizzate, i bar e ristoranti aperti solo fino alle 18 e devono garantire il rispetto della distanza tra i clienti. Chiusi impianti sciistici, sospese cerimonie civili e religiose. 

 

BORRELLI: 6.387 CONTAGI, 622 GUARITI E 366 MORTI

Il commissario Angelo Borrelli ha fornito i dati sulla diffusione del coronavirus in Italia nel consueto punto stampa alla Protezione civili. I malati sono 6.387  con un aumento di 1.326 persone rispetto a ieri, e 366 i morti, 133 in più. I guariti sono 622, 33 in più di sabato. In Lombardia "crescono molto i decessi. Sono ormai 267, 113 in più rispetto a ieri". ha detto l'assessore regionale al Welfare Giulio Gallera, che poi ha fatto sapere che a Milano ci sono 406 casi, "45 in più rispetto a ieri".

 

ALITALIA SOSPENDE VOLI SU MALPENSA

"Da Milano Malpensa, con decorrenza 9 marzo, sarà sospesa l'attività dopo l'arrivo del volo da New York AZ605, con atterraggio previsto alle 10.40, fino al 3 aprile". È una delle decisioni comunicate da Alitalia nell'ambito del piano di riorganizzazione dei voli determinato dalle esigenze legate all'emergenza coronavirus.

 

MILANO, FILE NEI SUPERMERCATI 

Molti milanesi si sono recati ai supermercati domenica per fare scorte di cibo dopo che il presidente del Consiglio, Conte, ha firmato il decreto per limitare il contagio da coronavirus che blinda tutta la Lombardia oltre ad altre 14 province. Nei punti vendita file e ingressi contingentati per rispettare le misure restrittive del provvedimento su assembramenti e distanze di sicurezza

RIVOLTE IN CARCERE A MODENA E FROSINONE

Con l'emergenza Coronavirus arrivano le tensioni e le rivolte in carcere. Una protesta di detenuti è scoppiata domenica in carcere a Modena con danni alle strutture della sezione coinvolta, per le questioni e le misure relative alla protezione per il Covid 19. Tensione anche nella struttura detentiva di Frosinone. Lo si apprende da Donato Capece, segretario generale del Sappe, sindacato di polizia Pentenziaria. Lo stop ai colloqui per le restrizioni a causa delle misure contro l'emergenza virus ha fatto esplodere le proteste nel carcere a Frosinone. Uno stop imposto dalla direzione carceraria per evitare possibili infezioni da coronavirus. "Siamo impegnati a contenere le proteste come polizia penitenziaria", fa sapere il Sappe, spiegando che c'è massima attenzione e che gli agenti sono pronti a fronte del rischio che le proteste possano degenerare in modo più violento.

LEGGI IL DECRETO

Giuseppe Conte si presenta notte fonda in conferenza stampa per ribadire la necessita di "essere tutti più responsabili, è il momento dei sacrifici, non dobbiamo pensare di essere furbi, le parole del premier che cerca anche di rassicurare dicendo: "Ce la faremo". La polizia potrà chiedere conto i cittadini che si spostano nelle aree interessate dalla stretta. Previste sanzioni fino a 206 euro e anche l'arresto. "Inaccettabile – ha aggiunto il presidente del Consiglio – la pubblicazione della bozza del decreto ieri sera, ha creato confusione".

E alle prime indiscrezioni sulle nuove misure ieri sera moltissime persone si sono recate in stazione a Milano per prendere gli ultimi treni diretti al sud. Sono 5061 i contagi in Italia secondo il bollettino di ieri, 233 i morti. Il sistema sanitario lombardo è al limite: ieri l'allarme dei medici delle terapie intensive: "Una corretta gestione del fenomeno – dicono – è ormai impossibile".

Protesta il governatore del Veneto, Luca Zaia, che si oppone all'isolamento delle 3 province di Padova Treviso e Venezia. "A fronte di cluster circoscritti, e che non interessano in maniera diffusa la popolazione generale, non si comprende il razionale di una misura che appare scientificamente sproporzionata all'andamento epidemiologico", le parole su Facebook di Zaia.

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata