I donatori avevano un età compresa tra i 19 e gli 81 anni e uno di loro a sua volta in passato aveva ricevuto un trapianto

Nei giorni in cui l’anno vecchio stava lasciando il posto al nuovo, all’ospedale Niguarda di Milano si vivevano momenti intesi e frenetici. Mentre, infatti, fuori dalle mura dell’ospedale fremevano i preparativi per i festeggiamenti di Natale e del cenone di fine anno, all'interno équipe di chirurghi, rianimatori, infermieri, biologi, patologi e tecnici erano impegnati in un superlavoro di squadra per permettere ad 11 persone di poter 'tornare alla vita'. In soli 5 giorni sono stati prelevati 15 organi da 4 pazienti deceduti in ospedale, che sono stati poi trapiantati a 11 persone, tra cui due bambini.I donatori avevano un età compresa tra i 19 e gli 81 anni e uno di loro a sua volta in passato aveva ricevuto un trapianto.

Un fermento di generosità, e di dedizione al lavoro che non si fermano mai, anche quando il resto del mondo festeggia o è in pausa, fa sapere l'ospedale. Quanto accaduto in questi giorni, infatti, ha avuto di straordinario anche la capacità con cui l'ospedale ha saputo mettersi in moto per poter effettuare tutte le procedure necessarie e quasi 30 ore totali di sala operatoria.

"Certamente – spiegano dal nosocomio milanese – il dolore per la perdita di una persona cara non può essere colmato facilmente, ma decidere di donare gli organi può riaccendere una speranza di vita a chi non ha altre possibilità di sopravvivenza. La donazione implica, infatti, un nuovo modo di concepire i rapporti fra le persone, perché ciascuno diventa responsabile della salvezza di altre vite con un semplicissimo, ma non banale 'sì', che è un 'sì' alla vita". In particolare in questa circostanza, la gratuità del dono, tradotta in concretezza dei fatti grazie al lavoro di squadra e alla coralità del Niguarda, sembra proprio avere assunto la forma di una scommessa vincente per il futuro.

La donazione e il trapianto di organi e tessuti costituiscono uno dei progressi più straordinari non solo della terapia, ma anche della solidarietà umana.

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