Di barriere sociali si può ridere, la disabilità spiegata (con ironia) da chi ce l’ha

Di barriere sociali si può ridere, la disabilità spiegata (con ironia) da chi ce l’ha

Parent Project onlus mostra ai ragazzi come abbattere le barriere sociali in uno spot divertente e originale

Raccontare la disabilità non è mai facile, ma realizzare uno spot che in pochi secondi riesca a sensibilizzare il pubblico sul tema lo è ancora di più. Eppure è questo il caso di Non è la solita pubblicità progresso, il nuovo cortometraggio di Parent Project onlus – l'associazione di pazienti e genitori di bambini e ragazzi con distrofia muscolare di Duchenne e Becker – che in meno di due minuti riesce a parlare con voce alta e forte del tema dell'integrazione puntando su un registro raramente utilizzato in ambito sociale: l'ironia.

A dimostrare che potente mezzo sia la risata sono tre ragazzi: Luca Buccella, Lorenzo Santoni e Carlo Guglielmo Vitale. Appassionati di cinema con esperienza nel settore, sono affetti dalla distrofia muscolare di Duchenne, una rara malattia genetica che colpisce un maschio su 5mila, e sono stanchi delle pubblicità pietistiche e "deprimenti" sulla disabilità. Per questo hanno preso in mano la situazione e hanno deciso di utilizzare la propria voce per tentare di far crollare gli stereotipi su chi vive su una sedia a rotelle. "Volevamo mostrare – spiega Luca Buccella – la normalità di molti ragazzi affetti da disabilità, rifuggendo il pietismo che spesso infesta le pubblicità progresso. Anche un ragazzo disabile può divertirsi spensieratamente con i suoi amici, ridere e scherzare, come chiunque altro. Fin da subito, sapevamo di voler adottare un linguaggio e uno stile altrettanto spensierati per il nostro spot: un tono scanzonato e vivace che fosse in netto contrasto con le pubblicità progresso che siamo abituati a vedere in televisione". 

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