Per il consigliere di amministrazione Rai "Vespa è l'unico dei grandi rimasto in sella, la sua fine è fisiologica"

"Su Vespa ho avuto un presentimento. Io nel 2001 fui licenziato dalla Rai perché a Satyricon Daniele Luttazzi intervistò Marco Travaglio sul suo libro. Quando ho saputo che Bruno Vespa avrebbe ospitato il figlio di Riina con la sua autobiografia mi sono detto: ahia, questa è una roba pericolosissima. O perde il posto Bruno o ci rimette il direttore di Raiuno". Lo racconta in un'intervista al Corriere delle Sera il consigliere di amministrazione Rai Carlo Freccero. "Vespa – continua Freccero – è l'unico dei grandi rimasto in sella. Santoro è fuori, Costanzo fa poco, Minoli non è più in Rai. La fine di Vespa è fisiologica. Sa perché c'è tanto astio in tutti gli attacchi che gli sono arrivati su questa vicenda? I politici non sopportano che in tv ci sia qualcuno più forte di loro". L'ex direttore di Rai2 'assolve' il conduttore: "Bruno non ha sbagliato, l'ha fatto per la sua carriera, che vale più di tutto. E io lo capisco, avrei fatto lo stesso e l'ho fatto. Quell'intervista con Travaglio la tenni nascosta, quando scoppiò il casino io gongolavo". "Siamo malati, la tv per noi, l'ho detto già altre volte, è come l'eroina, è una droga che ti dà tanto ma ti porta via l'anima, ti ruba tutto", ammette Freccero, "quelli come noi, arrivati ad un certo punto, provano una pulsione distruttiva".

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