Ma Boccia replica "Le firme ci sono, faremo ricorso"

Arrivano da Lombardia e Liguria i grattacapi per il governatore pugliese Michele Emiliano, candidato alla segreteria del Partito democratico, escluso nelle due regioni settentrionali. "Le Commissioni regionali per il Congresso sono gli unici organismi titolati, a norma del Regolamento, a verificare la regolarità formale delle liste di candidati all'Assemblea nazionale e, di conseguenza ad ammetterle al voto delle primarie", ha spiegato il presidente della commissione nazionale per il Congresso, Roberto Montanari.

"La decisione delle commissioni per il Congresso della Liguria e della Lombardia, che rigettano le liste collegate al candidato Michele Emiliano, sono state assunte in osservanza delle norme del Regolamento approvato dalla Direzione nazionale", sottolinea Montanari, il quale poi aggiunge: "Dalla lettura dei verbali, si evince chiaramente che nella stragrande maggioranza dei casi, le sottoscrizioni a corredo delle liste non erano di iscritti di quelle regioni e, in molti casi, addirittura non erano di iscritti al Pd".

"La Commissione nazionale per il Congresso non può che prendere atto di tali decisioni, non potendo intervenire, a norma di Regolamento, se non in presenza di ricorsi formali, ad oggi non pervenuti", conclude il responsabile della commissione per il Congresso.

"Le firme ci sono", sostiene però il deputato Pd Francesco Boccia, sostenitore della corsa di Emiliano. Prima della presa di posizione ufficiale di Montanari, Boccia spiegava: "Abbiamo raccolto le firme in in tutti i collegi in Liguria e in oltre la metà in Lombardia. Mi appello al presidente della commissione congressuale Roberto Montanari ed eventualmente all'organo di garanzia. Non vorrei, parafrasando il Renzi che votavo nel 2013, che il congresso del Pd diventasse un problema di burocrazia". Ma quando l'eslusione è divenuta ufficiale, Boccia ha annunciato: "Faremo ricorso".

Anche Simone Valiante, deputato dem e coordinatore della mozione Emiliano in Campania, sostiene che è stato presentato "un numero di firme sufficienti". "Una commissione nazionale che adotta decisioni che escludono invece di includere, con l'assenza del nostro rappresentante e nelle stesse ore in cui si stava celebrando il funerale di uno dei più stretti collaboratori del presidente Emiliano, deceduto improvvisamente a 38 anni, ci esime da ogni commento e valutazione", attacca il deputato campano. "Io mi vergognerei!", prosegue, rivolgendo poi un appello a Matteo Renzi ed Andrea Orlando: "Porre rimedio, attraverso i propri rappresentati, in ottemperanza a regole di convivenza civile prima ancora di interpretazioni regolamentari, nell'interesse della comunità politica che appartiene a tutti noi".

Lo stesso ministro della Giustizia, terzo candidato alla carica di segretario dem dopo Emiliano e l'ex premier, ammette di non aver seguito vicino la vicenda. "Quelli presenti in commissione in mia rappresentanza – ha detto questo pomeriggio – so che hanno cercato una mediazione per garantire comunque la presenza di Emiliano".

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