Il presidente della Repubblica parla ai cittadini nelle ultime ore del 2018

Mancano poche ore all'inizio del 2019 e Sergio Mattarella parla ai cittadini, nel tradizionale discorso di fine anno. Lo fa dalla casa di tutti gli italiani, il Quirinale, cambiando ancora una volta location per il suo quarto anno da Presidente della Repubblica. Stavolta, il capo dello Stato sceglie lo studio alla Palazzina, luogo di lavoro, in cui passa la maggior parte delle sue giornate. Seduto dietro la sua scrivania, in abito blu, Mattarella ha alle sue spalle un copia della Costituzione e un quadro che gli è stato regalato, durante la sua visita a Verona al Centro di cura per l’autismo, da uno degli ospiti. Nel primo anno del suo mandato il presidente ha parlato agli italiani dal salotto della sua abitazione al Quirinale, nel secondo anno si trovava nello studio al Torrino e mentre l'ultimo discorso lo ha pronunciato dalla Vetrata. Stanza dedicata agli incontri ufficiali e utilizzata per le consultazioni per la formazione del nuovo governo. Non fa un bilancio sull'anno appena finito, ma "qualche considerazione". 

Comunità – Nel tempo dei social, in cui molti vivono connessi in rete e comunicano di continuo ciò che pensano e anche quel che fanno nella vita quotidiana, il presidente della Repubblica invita a sentirsi di nuovo comunità, cioè "condividere valori, prospettive, diritti e doveri", "pensarsi dentro un futuro comune, da costruire insieme". Comunità significa anche "responsabilità, perché ciascuno di noi è, in misura più o meno grande, protagonista del futuro del nostro Paese" ed "essere rispettosi gli uni degli altri". 

Sicurezza – “La domanda di sicurezza è particolarmente forte – dice il Capo dello Stato – in alcune aree del Paese dove la prepotenza della mafia si fa particolarmente sentire”.  E poi: “Sicurezza è anche lavoro, istruzione, più equa distribuzione delle opportunità per i giovani, attenzione per gli anziani, serenità per i pensionati, dopo una vita di lavoro. Tutto questo si realizza più facilmente superando i conflitti e sostenendosi l’un l’altro”.

Felicizia – Mattarella ha raccontato dei bambini di Torino che gli hanno consegnato la cittadinanza onoraria di un luogo immaginario chiamato “Felicizia”. Un luogo di sogno, nota il presidente “ma dobbiamo guardarci dal confinare i sognie le speranze alla sola stagione dell’infanzia”. Poi un’accorata difesa dei “buoni sentimenti” oggi massacrati continuamente dalle accuse di “buonismo” che fioccano sui social: “…Non dobbiamo aver timore di manifestare buoni sentomenti che rendono migliore la nostra società”

Solidarietà – Il presidente della Repubblica difende la solidarietà e tutti quelli che lavorano per renderla effettiva: “E’ l’Italia che ricuce e che dà fiducia. Così come fanno le realtà del Terzo Settore, del No Profit che rappresentano una rete preziosa di solidarietà”. E qui Mattarella non rinuncia a togliersi un sassolino dalle scarpe: “Anche per questo vanno evitate “tasse sulla bontà””. Il riferimento all’Ires è del tutto chiaro.

Sport – Mattarella si è soffermato sui recenti fatti di Milano prima di Inter-Napoli: “Il modello di vita dell’Italia non può essere – e non sarà mai – quello degli ultras violenti degli stadi di calcio: estremisti travestiti da tifosi che alimentano focolai di odio settario, di discriminazione, di teppismo”. “Lo sport è un’altra cosa” sentenzia il presidente  e invita i pubblici poteri e le società di calcio a contrastare e debellare “questi fenomeni”.

Lavoro, debito e territorio – Ma una convivenza “più serena” non basta e non dobbiamo chiudere glim occhi davanti ai problemi del Paese. Mattarella li elenca e li spiega: “la mancanza di lavoro che si manifesta a livelli intollerabili”, “L’alto debito pubblico che penalizza lo Stato e i cittadini”, “La capacità competitiva del nostro sistema produttivo che si è ridotta”, “Le carenze dlle infrastrutture”, “Le ferite del nostro territorio”. Non ci sono ricette miracolistiche dice il Capo dello Stato: “Soltanto il lavoro tenace, coerente, lungimirante, produce risultati concreti. Un lavoro approfondito che richiede competenza e che costa fatica e impegno”.

Servizio Sanitario Nazionale – Mattarella ha voluto ricordare i 40 anni del Servizio Sanitario Nazionale come un esempio di risultati raggiunti grazie al lavoro, lo studio e l’impegno. Ma anche la solidarietà che un Paese si è posta come obiettivo:  “Frutto del lavoro e dell’ingegno di intere generazioni che ci hanno preceduto… Che ha consentito di aumentare le aspettative di vita degli italiani ai più alti livelli mondiali”.

Bilancio – Mattarella si è soffermato sulla legge di Bilancio appena approvata dal Parlamento. Il presidente, ricordando di averla appena promulgata, ha notato un aspetto positivo: “Avere scongiurato l’apertura di una procedura di infrazione da parte dell’Unione Europea per il mancato rispetto di norme liberamente sottoscritte, è un elemento che rafforza la fiducia e conferisce stabilità”. Ma anche sottolineato un aspetto critico: “La grande compressione dell’esame parlamentare e la mancanza di un opportuno confronto con i corpi sociali, richiedono, adesso, un’attenta verifica dei contenuti del provvedimento. Il Capo dello Stato si augura che Parlamento e governo trovino lo spazio e il modo per approfondire questo confronto e ricorda che “la dimensione europea è quella in cui l’Italia ha scelto di investire e di giocare il proprio futuro e, all’interno della Ue dobbiamo essere voce autorevole”.

Megalizzi e l'Europa – Mattarella parte dal ricordo del giovane giornalista Antonio Megalizzi ucciso nell’attacco terroristico di Strasburgo per riaffermare con forza i valori dell’unità europea in cui il ragazzo trentino credeva fermamente. E da quel dolore parte per ricordare che quest’anno ci sarà il voto per il rinnovo del Parlamento Europeo: “Mi auguro che la campagna elettorale si svolga con serenità e sia l’occasione di un serio confronto sul futuro dell’Europa”

​​​​​​La signora Anna – Il capo dello Stato parte dal caso della signora Anna, un’anziana signora novantenne che, una sera, sentendosi profondamente sola, chiama i carabinieri dicendo solo di aver “bisogno di compagnia”. La signora Anna quella sera, ha ricevuto la visita amichevole e “calda” degli uomini dell’Arma e il Capo dello Stato ne approfitta per ricordare i valori che Carabinieri, Polizia, Vigili del Fuoco rappresentano  come “simboli di istituzioni al servizio della Comunità”. Un patrimonio, dice Mattarella “che appartiene a tutti i cittadini”. Poi il tradizionale saluto agli uomini e alle donne delle Forze Armate impegnate a garantire “pace e sicurezza”.

Genova e l’Etna – Mattarella non dimentica le vittime di Genova e tutti coloro che soffrono a causa di disastri e cataclismi, compresi i cittadini del catanese colpiti in questi giorni dal terremoto alle pendici dell'Etna.

Papa – Poi un augurio a Papa Francesco  che Mattarella ringrazia “per il suo magistero volto costantemente a promuovere la pace, la coesione sociale, il dialogo, l’impegno per il bene comune”.

E Mattarella, quasi a sottolineare che questo è il vero centro del suo discorso torna al concetto di "riconoscersi comunità" e ricorda, tra i tanti che ha visitato il Centro di cura per l’autismo di Verona. E ne approfitta per ringraziare quei ragazzi "che mi hanno regalato quadri e disegni da loro realizzati. Sono tutti molto belli, esprimono creatività e capacità di comunicare e partecipare. Ne ho voluto collocare uno, questa sera accanto a me…". È chiaro che il Presidente della Repubblica vuole ribadire il concetto di comunità e di solidarietù da cui è partito il suo augurio di Buon Anno agli italiani.
 

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