La protesta alla Camera dove si stava discutendo il ddl Codice rosso. Con 232 voti contrari non passa l'emendamento a firma Boldrini

Scontro tra maggioranza e opposizione alla Camera sull'inserimento nel ddl Codice rosso del reato di revenge porn. Durante l'esame degli emendamenti è stato bocciato, a scrutinio segreto, la norma di modifica a firma di Laura Boldrini, con 232 voti contrari e 218 a favore. Le donne dell'opposizione, deputate di Pd e Forza italia, hanno quindi occupato i banchi del governo. Il presidente Roberto Fico ha quindi sospeso la seduta.

"Tutte le forze politiche – Forza Italia, Fratelli D'Italia, Gruppo Misto, LEU e Partito Democratico – si sono espresse favorevolmente al mio emendamento per l'introduzione del reato sul revenge porn, tranne Lega e 5Stelle. Sono mancati solo 14 voti e abbiamo perso due grandi occasioni", ha dichiarato Laura Boldrini. "Quella di dare ascolto alle 100.000 persone che hanno firmato la petizione lanciata da Insieme In Rete, I Sentinelli e Bossy. Ma soprattutto abbiamo perso l'occasione di proteggere i nostri giovani da questo odioso fenomeno che colpisce soprattutto le donne. Peccato, su questo tema il Parlamento avrebbe dovuto dare un segnale di unità e responsabilità".

Ma nelle ore in cui alla Camera le opposizioni chiedevano di inserire le misure sul revenge porn nel ddl Codice rosso, il M5s ha presentato in Senato, nella Sala Nassirya, il suo disegno di legge ad hoc. Pene fino a 10 anni e percorsi educativi nelle scuole per studenti e docenti è la proposta del Movimento per contrastare e prevenire la diffusione online di contenuti sessualmente espliciti all'insaputa delle vittime. "Serve una legge organica, il cui testo sia frutto del corretto lavoro di ascolto degli stakeholder – ha spiegato il capogruppo del Movimento, Stefano Patuanelli –  il nostro impegno è di approvarlo in tempi brevi ma senza forzature, come sarebbe un semplice emendamento" al Codice rosso.

All'evento del M5S in Senato hanno partecipato anche la mamma di Tiziana Cantone, la ragazza napoletana che si è tolta la vita dopo la diffusione online di suoi video privati, le giornaliste Federica Sciarelli e Selvaggia Lucarelli. La proposta è nata da "un allarme sociale – ha spiegato la senatrice Elvira Evangelista, prima firmataria del ddl – il revenge porn è un femminicidio social. I suoi effetti psicologici per la donna sono quelli di una violenza sessuale".
 

 

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