La presidente del Consiglio Giorgia Meloni interviene in Senato sullo scenario internazionale. E cita gli antichi romani: “Si vis pacem, para bellum“. “Sul tema del riarmo si diceva che è stato alla base dell’inizio della guerra, io su questo la penso come i romani, ‘si vis pacem, para bellum’. Quando ti doti di una difesa non lo fai perché vuoi attaccare qualcuno, noi sappiamo che la pace è deterrenza, lo condividiamo. Anzi, piuttosto se si hanno dei sistemi di sicurezza e di difesa solidi si possono più facilmente evitare dei conflitti“, ha detto la premier nel corso delle repliche a Palazzo Madama in seguito alla discussione generale sulle sue comunicazioni in vista del prossimo Consiglio europeo. Dopo le sue parole, l’Aula del Senato ha approvato, per alzata di mano, la risoluzione presentata dalla maggioranza. Ok dell’assemblea anche ad alcuni impegni del testo presentato da Azione, che ha accettato le riformulazioni del Governo e ottenuto parere favorevole. Precluse le risoluzioni presentate dalle altre opposizioni.
Sul fronte della guerra Israele-Iran, Meloni ha sottolineato: “Lo scenario continua a cambiare, Trump aveva annunciato una tregua bilaterale tra Israele e Iran che tutti avevamo accolto con favore e ottimismo, ritenendo che potesse essere un preludio alla fine delle ostilità. Lo scenario di questa mattina andava esattamente nella direzione che auspicavamo, ma ora la situazione si è ulteriormente complicata con l’Iran che ha violato la tregua e Israele potrebbe rispondere, speriamo con una risposta commisurata e simmetrica”.
“Bisogna anche registrare che l’Iran, dopo la violazione della tregua, ha confermato la volontà di mantenere la tregua, e questo potrebbe leggersi anche come una divisione all’interno dello scenario iraniano di cui dobbiamo tenere conto”, ha sottolineato la premier spiegando che “la situazione è ancora molto complessa ma siamo in contatto con tutti gli attori importanti e siamo ancora fiduciosi del fatto che si possa andare avanti con una tregua e che si possa tornare alle negoziazioni per le quali l’Italia ha lavorato sin dall’inizio”.
“Non sono d’accordo quando si dice che il caos dipende dall’amministrazione Trump. L’invasione russa dell’Ucraina è del 2022, non c’era Trump, il 7 ottobre è del 2022, non c’era Trump. Se volessimo andare indietro potremmo tornare alla Libia, alla Serbia, a molti altri scenari. Anche queste mi sembrano semplificazioni, anche se è vero che la situazione è di crescente caos, ma non è un caos che inizia oggi“, ha detto ancora Meloni.
“Come ieri – ha spiegato in un passaggio del suo intervento – non risponderò alle provocazioni e alle falsità che ho sentito. Sono una persona che non si è mai sottratta al dibattito politico, anche aspro. Avremo tempo per i toni da campagna elettorale, ma non è questo il tempo. C’è bisogno ora di ragionare il più possibile insieme. Lo scenario è estremamente complesso, e mi concentrerò su quello che è davvero importante”.
Una risposta diretta l’ha però data a Matteo Renzi: “Io non considero la politica estera fatta di photo opportunity, le cose che faccio sono molte di più di quelle che condivido pubblicamente. Non penso di essere io a dire se conto qualcosa né che possa farlo qualcuno di noi, gli unici a farlo possono essere gli italiani”. Renzi aveva detto che “il Governo italiano non conta nulla“.
Nelle sue repliche, alcuni passaggi dedicati all’Ue, al centro del dibattito in vista del Consiglio: “Non è il nazionalismo che vuole indebolire l’Europa. L’Europa si è indebolita da sola, grazie a quelli che pensavano che dovesse essere un super Stato burocratico che limitava la possibilità degli Stati nazionali di esprimersi. E questo ha allontanato i cittadini dal sistema europeo”. “Con il principio della sussidiarietà – ha aggiunto – possiamo dare risposte migliori. Questo rafforza le istituzioni, non dare l’impressione che vogliamo soffocare i cittadini e le imprese”.
“È una semplificazione dire che è tutta colpa del nazionalismo. Le cose non stanno esattamente così. Per anni ci è stato raccontato che il libero commercio avrebbe risolto tutti i problemi e distribuito la ricchezza. E che questo avrebbe rafforzato tutti. Le cose sono andate molto diversamente. I sistemi meno democratici dei nostri hanno guadagnato campo nel mondo approfittando del libero commercio senza regole, e le democrazie si sono indebolite. Mentre i regimi si sono rafforzati”.
“Il sistema di difesa occidentale è basato sulla Nato, e nella Nato non c’è un esercito della Nato, ci sono eserciti nazionali che cooperano tra di loro. Io voglio una colonna europea della Nato, ma penso che sarebbe un errore pensare di costruire una difesa europea parallela a quella del sistema Nato, sarebbe una inutile duplicazione“, ha infine detto la premier a proposito dell’Alleanza Atlantica.
Con un affondo contro il leader del M5S, Giuseppe Conte: “Colleghi del M5S, io vorrei tanto essere Giuseppe Conte invece sono Giorgia Meloni, nella vita non si può sempre essere fortunati”. Questa la risposta ironica di Giorgia Meloni nel corso delle repliche nell’Aula del Senato. “Sulle spese di difesa ieri il presidente Conte ha detto che non ha sottoscritto l’impegno del 2%. È stato ripetuto anche in quest’Aula ma una firma è una firma signori, e quella firma è stata messa – ha ricordato la premier -. Io sono d’accordo con quell’impegno che Conte aveva assunto. Su questo non troverete polemiche da parte della sottoscritta perché sono sempre stata convinta che noi avessimo necessità di rafforzare la nostra difesa“. “Conte ha sottoscritto questo impegno dopodiché ha ritenuto ‘io lo sottoscrivo, ma non lo rispetto‘. Non è il mio modo di fare e penso che sia anche quello che, per lungo tempo, ha fatto percepire l’Italia come una nazione non affidabile. Io voglio che l’Italia oggi sia una nazione affidabile”, ha concluso Meloni.
Alle parole di Meloni ha risposto la segretaria del Pd, Elly Schlein. “A Giorgia Meloni vorrei dire che rispetto a 2000 anni fa il mondo ha fatto dei passi in avanti nella risoluzione delle controversie. Preparare la guerra, come pensa lei, è il contrario di quello che serve e vuole l’Italia. Il nostro Paese deve impegnarsi per costruire la pace, per la risoluzione pacifica dei conflitti attraverso il dialogo e il multilateralismo. Tutto ciò che ci ha consentito di vivere senza guerra dalla caduta del nazifascismo. Io la penso come i Costituenti che nella Carta Costituzionale hanno scritto che ‘l’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali’. Alla presidente del Consiglio dico, se vogliamo la pace, prepariamo la pace“, ha affermato la leader dem.
“Continuiamo a ripetere un errore storico e una falsità: io non ho firmato nessun 2%, è stato firmato nel 2014. Io ero professore a Firenze, Meloni stava in politica già da tempo e quindi faceva le battaglie politiche evidentemente che sta facendo anche adesso”. Questo il commento alle parole di Meloni del leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, in collegamento da Bruxelles con La7. “A parte questo, io non l’ho messo ovviamente in discussione, avendo ereditato come presidente del Consiglio il 2% del Pil per quanto riguarda le spese militari nell’ambito della Nato, però ho detto chiaramente a Trump guardandolo negli occhi: ‘Io non posso affamare la mia popolazione’“, ha aggiunto. “Per 1 miliardo e poco più all’anno – ha proseguito – ho messo 12 miliardi per la sanità e 8,5 miliardi per la scuola. Di che cosa sta parlando Meloni? Meloni sta facendo l’inverso, ha tagliato la sanità e oggi si dice orgogliosa di rappresentare una nazione che vuole triplicare la spesa militare. Questa è una follia perché lo fa sulle spalle degli italiani. Lei persegue l’ideologia delle armi però sulla pelle degli italiani che soffrono. Non ha nessuna misura“.