Schlein e Conte: "Tutti in piazza il 7 giugno a Roma per dire basta alla complicità e al silenzio di questo governo"

Due città diverse, due giorni differenti, due distinti appuntamenti. È lo scenario che si profila nell’opposizione, ancora una volta divisa, stavolta sul tema legato alla manifestazione annunciata per denunciare quanto si sta verificando nella Striscia di Gaza. Nel giorno in cui il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, tiene in Parlamento l’informativa sulla crisi in Medioriente, i leader di Pd, M5s e Avs – Elly Schlein, Giuseppe Conte, Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli – si presentano assieme davanti a Montecitorio per lanciare l’appello “agli italiani e alle italiane per scendere in piazza sabato 7 giugno a Roma”. L’appuntamento, spiegano, sarà alle 14, “poi il corteo giungerà a piazza San Giovanni”. E la piattaforma alla base dell’iniziativa nella Capitale, ribadiscono, sarà quella della mozione unitaria presentata e votata in Parlamento: “La nostra è una proposta politica chiara e le manifestazioni si convocano così. Non è che si convocano e poi qualcuno dice ‘cambia la piattaforma’. Chi non vuole la piattaforma fa le sue valutazioni”.

Azione e Italia Viva si sfilano da Pd-M5S-Avs, contro-evento a Milano

Nessun cambiamento in corso d’opera perciò, nessuna apertura alle richieste arrivate dai centristi di Italia Viva e Azione. Con quest’ultima che per tutta risposta, a stretto giro, fa sapere tramite fonti del partito che ci sono stati “contatti diretti” tra Carlo Calenda e Matteo Renzi per organizzare il giorno prima, venerdì 6 giugno, ma a Milano, “una iniziativa comune di condanna all’azione del governo israeliano e di sensibilizzazione sul pericolo dell’antisemitismo e contro chi professa la distruzione dello stato di Israele”. “È evidente che se la manifestazione del 7 giugno è di Pd, M5S e Avs e noi ne faremo un’altra il 6, io vado a quella del 6 e non a quella del 7 – spiega Renzi –. È normale che in politica estera ci siano anche delle opinioni diverse, e questo non vuol dire che se si va sulla politica interna non si possa parlare di entusiasmo per la vittoria di Genova e di entusiasmo per la vittoria di Ravenna. Io vorrei che ‘Sinistra per Israele’, che è l’aggregazione guidata dal nostro amico Emanuele Fiano, ex parlamentare del Pd, si senta ampiamente rappresentata e non è che son due cose una contro l’altra, anche perché una sarà una grande manifestazione di piazza, l’altra sarà un evento in un teatro”. Chiaro anche Calenda nel sottolineare che, dopo aver chiesto di scrivere insieme la piattaforma della manifestazione di Roma, “mi hanno detto di no”. “Io non voglio che in quella manifestazione ci sia gente con le bandiere di Hamas o che inneggia: ‘Morte agli ebrei’. Ho chiesto di chiarirlo nel documento – aggiunge il leader di Az – ma Fratoianni ha detto: ‘No non chiariamo niente’. Fate come ve pare. Noi su Gaza faremo un’altra manifestazione, non in contemporanea”.

Schlein: “Manifestazione per dire basta alla complicità e ai silenzi del governo”

Un teatro a Milano quindi, venerdì 6 giugno, e il giorno dopo una piazza a Roma. Con Conte che invita a San Giovanni “tutti i cittadini che ritengono che a Gaza si stia calpestando non solo il diritto internazionale e umanitario, ma anche i più elementari principi di umanità, che ritengono che questo sistematico sterminio debba terminare”. “Sarà un momento per dire basta a questo massacro, basta a questo silenzio assordante del nostro governo, a questo balbettio insignificante dell’Unione europea – attacca il leader del Movimento –. Noi ci siamo e non siamo disponibili a volgerci dall’altra parte”. Per Schlein il messaggio della manifestazione sarà quello di chiedere di fermare “il massacro di palestinesi in corso a Gaza, i crimini di guerra del governo di estrema destra di Netanyahu. Invitiamo tutti e tutte a partecipare per dire basta alla complicità che vediamo, per dire basta anche ai silenzi di questo governo che sta tradendo la tradizione diplomatica e di pace di questo nostro paese. La storia giudicherà dove siamo stati davanti a questo sterminio costante, davanti all’uso della fame come arma di guerra, davanti a quello che stiamo vedendo con più di 15mila bambini e bambini palestinesi che sono stati uccisi”.

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