Esulta la maggioranza, distinguo nelle opposizioni
Da oggi norme più severe per punire chi maltratta gli animali. Il Senato ha approvato per alzata di mano il disegno di legge recante ‘modifiche al codice penale, al codice di procedura penale e altre disposizioni per l’integrazione e l’armonizzazione della disciplina in materia di reati contro gli Animali’. Il provvedimento, già approvato alla Camera, diventa legge.
Il provvedimento prevede punizioni più dure per chi sfrutta, maltratta o arriva a uccidere gli animali domestici. Tra i primi a esultare il presidente del Senato, Ignazio La Russa: “Plaudo all’approvazione in Senato del disegno di legge che rafforza le tutele penali contro i reati verso gli animali. Un passo avanti importante: per la prima volta, infatti, la legge riconosce la tutela diretta degli animali, superando l’idea che questi siano solo oggetto di “sentimento umano”. Rafforza tutele penali contro i reati di divieto di abbattimento, contrasto all’abbandono e al traffico illegale: un segnale chiaro e atteso da molto tempo, nel segno del rispetto e della civiltà”, scrive su Facebook.
Salvini: “È svolta epocale”
“Approvata la legge ‘Salva Animali’. Pene e sanzioni più dure per chi sfrutta, maltratta o – maledetti! – uccide i nostri amici a quattro zampe. Una battaglia storica, mia e della Lega, che con questa legge segna una svolta epocale, di civiltà e amore! Dalle parole ai fatti”, commenta con soddisfazione il vicepremier, ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti e leader della Lega, Matteo Salvini. “Grazie anche a tutti voi per il costante sostegno su questo tema”, aggiunge in un ‘Post scriptum’.
Brambilla: “Legge è grandissima vittoria per Paese e per chi li ama”
“Una grandissima vittoria per l’Italia e per tutti coloro che amano gli animali e li vogliono vedere rispettati”. Così Michela Vittoria Brambilla (Nm), presidente della Lega italiana per i Diritti degli Animali e dell’Ambiente, commenta la riforma sui reati contro gli animali che porta il suo nome, appena approvata in via definitiva dal Senato: “Una legge attesa da più di vent’anni, che finalmente inasprisce le pene a carico di chi commette crimini atroci nei confronti degli Animali, mettendo sostanzialmente fine alla pressoché totale impunità che ha regnato finora”.
“Cambia finalmente la prospettiva – spiega Brambilla – il titolo IX del codice penale non tutelerà più il sentimento dell’uomo per gli animali ma direttamente gli animali, vittime dei reati, esseri senzienti”.
Le nuove pene: cosa si rischia
“Nei casi più gravi chi uccide un animale rischierà fino a quattro anni di carcere e 60 mila euro di multa, se il fatto è commesso adoperando sevizie o prolungando volutamente le sofferenze. In caso di maltrattamento si prevede la reclusione fino a due anni e 30mila euro di multa. Tutte le pene potranno essere ulteriormente aumentate di un terzo, in presenza di una tra queste tre aggravanti: se i fatti sono commessi alla presenza di minori, nei confronti di più animali, se sono diffusi attraverso strumenti informatici e telematici”, spiega Brambilla.
Giro di vite su combattimenti e competizioni
Basterà partecipare ‘a qualsiasi titolo’ a combattimenti e competizioni tra animali per rischiare fino a 2 anni di reclusione e una multa di 30 mila euro, mentre per gli organizzatori si passa a una previsione di carcere fino a quattro anni e 160mila euro di sanzione. A chi abitualmente organizza combattimenti tra animali ed esercita il traffico di cuccioli potranno essere applicate le misure di prevenzione previste nel codice antimafia, come la sorveglianza speciale di pubblica sicurezza. Di particolare rilievo l’introduzione a livello nazionale del divieto di tenere il cane alla catena e la norma procedurale che consentirà alle associazioni di ottenere l’affido definitivo, dietro cauzione, degli animali sequestrati. “Norme che proiettano l’Italia all’avanguardia nella difesa degli animali e quindi nella civiltà che si misura anche dalla volontà e dalla capacità di tutelare chi non ha voce”, aggiunge Brambilla che conclude: “Si tratta di un passo avanti di portata storica, una riforma attesa da vent’anni, un grande traguardo di cui dobbiamo tutti essere fieri. Ed io ringrazio il presidente di Noi Moderati, Maurizio Lupi e la premier Giorgia Meloni per avere sempre creduto in questa riforma, in nome di tutti gli italiani. E in nome di tutte le vittime mute e indifese, di Angelo, Leone, Aron, Grey e tutti gli animali che sono morti per la crudeltà dell’uomo”.
Distinguo dalle opposizioni
I commenti dalle opposizioni non sono tutti dello stesso tenore. “Il ddl sugli animali che oggi il Senato approva sancisce un cambio di prospettiva importante: altri esseri senzienti diventano soggetti di diritti e quindi di tutela, in coerenza con l’articolo 9 della Costituzione. Ma una volta che abbiamo stabilito un principio così impegnativo, sul quale noi concordiamo, sarebbe necessario essere conseguenti”, dice in Aula la senatrice del Pd, Cristina Tajani. Tajani, come altri del suo partito, denuncia la scarsità di risorse. Più duri però Avs e M5S. Da Verdi e Sinistra è la senatrice Ilaria Cucchi ad attaccare: “Questo provvedimento sui reati contro gli animali è il risultato di un compromesso al ribasso. Si poteva fare molto di più, segnare un vero passo avanti nella civiltà giuridica e nella tutela degli animali, ma la destra non ha avuto nessun coraggio. Il testo è pieno di lacune gravi, smontato pezzo dopo pezzo, svuotato della sua forza iniziale”. E per Ada Lopreiato (M5S) “il ddl sui reati contro gli animali esaminato dal Senato è un’altra occasione mancata, si poteva fare una legge molto approfondita ma così non è stato. A volte la miopia della maggioranza raggiunge il ridicolo: quando in commissione qualcuno di loro ha avuto un barlume di animalismo e ha proposto qualcosa di costruttivo, è scoppiato il panico, la corsa a ritirare gli emendamenti e a evitare le votazioni. Il centrodestra va avanti sedando continue faide interne”.
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