Il centrosinistra strappa Genova alla destra (dopo dieci anni), tiene Ravenna e vince ad Assisi al primo turno, mentre a Taranto e Matera si deciderà tutto al ballottaggio. Anche in questo caso la coalizione progressista è davanti, ma paga le divisioni interne, con il M5S che ha scelto in entrambe le città un proprio candidato. Questi i risultati delle elezioni comunali del 25 e 26 maggio 2025. In ogni caso, Schlein e compagni esultano. La leader dem, a risultati acquisiti, sente Silvia Salis, neo sindaca di Genova, e Alessandro Barattoni, che succede al dem Michele De Pascale a Ravenna, poi attacca: “Ormai è chiaro, il centrodestra esulta per i sondaggi, noi vinciamo le elezioni“.
Salis, con oltre il 51% dei voti, stacca il rivale Pietro Piciocchi, fermo al 44,1. A Ravenna Barattoni sfonda con oltre il 58% delle preferenze lasciando Nicola Grandi al 25%. Appena i risultati delle comunali prendono la piega giusta il refrain è sempre lo stesso: “Uniti si vince”.
Il primo a sottolinearlo è, non a caso, Matteo Renzi. “I dati delle amministrative dimostrano che quando il centrosinistra è unito e ha candidati credibili vince. Praticamente ovunque”, si affretta a scrivere sui social dopo i primi exit poll, postando anche una foto di Salis alla Leopolda. Poi in tv rincara la dose: “Oggi la Meloni ha preso una scoppola mica da ridere. L’effetto trascinamento, l’idea della luna di miele… In questo momento è come se ‘puff’, fosse svanito l’incantesimo di Giorgia“. A Genova, nella coalizione ‘XXL’ che porta Salis alla vittoria, c’è anche Azione. La lettura dei risultati delle comunali che fa Carlo Calenda, però, è differente: “I primi risultati di queste amministrative lo confermano: quando si presentano candidati riformisti, concreti e competenti, il consenso arriva. Le persone non cercano slogan, ma serietà e capacità di far accadere le cose”, dice, aprendo però alla costruzione di “un’alternativa pragmatica per il Paese“.
Elezioni comunali, Pd primo partito nelle città più grandi
Schlein ha gioco facile. La segretaria Pd mette in evidenza i risultati del partito alle comunali, il primo nelle città più grandi. A Genova sono otto i punti in più rispetto allo scorso turno elettorale (i dem, al 29%, distanziano di oltre 10 punti FdI, fermo al 12%), mentre a Ravenna il Pd stravince con il 40% dei consensi con FdI al 17%. “Essere testardamente unitari, è necessario ripeterlo oggi più che mai, non è una tesi o un dibattito politologico, ma un dato oggettivo: uniti si vince, congratulazioni a tutte le forze che hanno contribuito a queste belle vittorie!”, è poi la sottolineatura.
Lo stesso fanno Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni: “Contro il malgoverno della destra, contro chi riduce i diritti delle persone, contro chi vuole cementificare e chi vuole privatizzare ogni servizio pubblico serviva una risposta forte, netta e unitaria – insistono i leader di Avs, che si godono il 7% raggiunto alle comunali di Genova – Un segnale inequivocabile per questo governo e la sua falsa propaganda: la destra si può battere, Giorgia Meloni è minoranza nel paese. Uniti si vince: questo è il messaggio che viene da tutte i comuni in cui si è votato, è l’avviso di sfratto a Meloni e al suo governo“.
Le scelte del Movimento 5 Stelle alle comunali
L’ultimo a esultare, nel campo progressista, è Giuseppe Conte. Il leader M5S, a sera, non pronuncia mai la parola unità e si concentra solo sui risultati delle comunali di Genova: “Auguri di buon lavoro a Silvia Salis, neo-sindaca di Genova. La sua vittoria, con un margine così ampio e ottenuta al primo turno, è la dimostrazione che progetti nati dal basso ed inclusivi delle proposte della società civile sono percepiti dai cittadini come più vicini alle proprie esigenze – e, per questo, meritori di fiducia ed entusiasmo”, si limita a dire, sottolineando poi come il movimento “migliora il risultato della scorsa tornata comunale, portando a casa anche la presidenza nei due municipi”.
E se a Ravenna il M5S si attesta intorno al 4,5%, il ballottaggio che si disputerà tra due settimane, insieme ai Referendum, a Taranto e Matera, sconta la scelta del ‘campo largo’ di non sostenere un candidato unitario. Nella cittadina pugliese dell’ex Ilva, infatti, Pietro Bitetti, candidato sindaco per il centrosinistra (sostenuto da Pd e Avs con altre sei liste) sarebbe avanti con il 36,7% e staccherebbe gli altri candidati. Con lui al ballottaggio delle comunali andrebbe il candidato della coalizione centrista Francesco Tacente, dato al 26,3%, e attualmente in vantaggio su Luca Lazzàro (scelto da FdI, FI, Nm e Partito liberale) fermo al 20,7%.
Molto dipenderà quindi dalla scelta della candidata M5S Annagrazia Angolano che al primo turno si attesterebbe al’11,1%. Anche a Matera in vantaggio sarebbe il candidato di centrosinistra Roberto Cifarelli (al 42,1% secondo le ultime proiezioni e a scrutinio in corso), seguito da Antonio Nicoletti sostenuto da una coalizione di centrodestra, dato al 38%. In questo caso il candidato pentastellato Domenico Bennardi è dato all’8%.