Il ministro intervistato da Zona Bianca su Rete 4
Il braccialetto elettronico è “parzialmente inefficace” ed “è ovvio che è compito dello Stato difendere il cittadino, ma il cittadino non sempre si trova nella condizione di essere difeso direttamente dallo Stato e quindi entro certi limiti deve provvedere da solo“. Lo ha detto il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, intervistato da Zona Bianca, su Rete 4, rispondendo a una domanda sulle polemiche suscitate dalle parole da lui pronunciate in Senato lo scorso 15 maggio.
Alla domanda se ci sia qualcosa che voglia dire alle donne che si sono sentite offese e sconfortate dalle sue parole, Nordio ha risposto: “Direi che noi ce la mettiamo tutta per educare soprattutto i cittadini, soprattutto gli uomini, al rispetto delle donne, questa è la nostra parola d’ordine. Poi, intervenire in senso normativo, con la repressione e la prevenzione, è il secondo step. Però vorrei anche dire che se vengono riflettute quelle parole, sono abbastanza ovvie. Il fatto che una persona in certe circostanze debba per prima proteggersi in attesa che intervenga lo Stato è una cosa che noi, più o meno consciamente, facciamo tutti i giorni”.
Nel suo intervento del 15 maggio al question time in Senato, Nordio aveva detto: “Il funzionamento del braccialetto elettronico è sempre più incompatibile con i mezzi di trasporto delle persone: nel momento dell’allarme nei confronti di una persona, molto spesso la vittima si trova ad una distanza che non è compatibile con l’intervento delle forze dell’ordine rispetto al warning che viene dato. Molto spesso la comunicazione funziona, ma in quei minuti i mezzi di trasporto del potenziale aggressore sono già riusciti a raggiungere la vittima. Dobbiamo coniugare questi due elementi dando un’allerta alla vittima, affinché sia in grado – nel momento in cui coglie questo momento di pericolo – di trovare delle forme di autodifesa. Non lo so, rifugiandosi in una chiesa o in una farmacia, in un luogo più o meno protetto. Perché molto spesso l’intervento delle forze dell’ordine non è in grado di arrivare” in tempo.
Nordio su Garlasco
“Premesso che, come sapete, non posso, non debbo e non voglio parlare di vicende in corso, quello che posso dire è che trovo irragionevole che dopo una sentenza o due sentenze di assoluzioni, sia intervenuta una condanna senza nemmeno rifare l’intero processo“. Lo ha detto il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, intervistato da Zona Bianca, su Rete 4, rispondendo a una domanda sul delitto di Garlasco e in particolare sul fatto che, secondo Stefano Vitelli, il giudice che nel 2009 assolse Alberto Stasi per l’uccisione di Chiara Poggi, il ragionevole dubbio non è stato applicato. “Tutto questo è irrazionale perché, se per legge si può condannare soltanto al di là di ogni ragionevole dubbio, quando uno o più giudici hanno già dubitato il punto da assolvere, non si vede come si possa condannare. Questo secondo me è irragionevole e andrebbe cambiato con una riforma, che noi abbiamo provato a fare e abbiamo fatto a metà”, ha aggiunto Nordio.
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