Abuso d’ufficio, Consulta: “Abrogazione non è incostituzionale”

La soddisfazione di Nordio: "Ora basta strumentalizzazioni"

La Corte Costituzionale ha stabilito che non è incostituzionale l’abrogazione del reato di abuso d’ufficio. In esito all’udienza pubblica svoltasi ieri, la Corte costituzionale “ha esaminato in camera di consiglio le questioni di legittimità costituzionale sollevate da quattordici autorità giurisdizionali, tra cui la Corte di cassazione, sull’abrogazione del reato di abuso d’ufficio ad opera della legge numero 114 del 2024”.

“La Corte ha ritenuto ammissibili le sole questioni sollevate in riferimento agli obblighi derivanti dalla Convenzione delle Nazioni Unite contro la corruzione (la cosiddetta Convenzione di Merida). Nel merito, la Corte ha dichiarato infondate tali questioni, ritenendo che dalla Convenzione non sia ricavabile né l’obbligo di prevedere il reato di abuso d’ufficio, né il divieto di abrogarlo ove già presente nell’ordinamento nazionale. La motivazione della sentenza sarà pubblicata nelle prossime settimane” si legge in una nota dell’ufficio stampa della Consulta.

La soddisfazione di Nordio: “Ora basta strumentalizzazioni”

“Esprimo la massima soddisfazione per il contenuto del provvedimento della Corte Costituzionale, che ha confermato quanto sostenuto a più riprese in ordine alla compatibilità dell’abrogazione del reato di abuso di ufficio con gli obblighi internazionali”. Così il ministro della Giustizia Carlo Nordio in merito alla sentenza della Corte Costituzionale che ha ritenuto infondate le questioni di legittimità costituzionale sollevate sull’abrogazione del reato di abuso d’ufficio.”Mi rammarica che parti della magistratura e delle opposizioni abbiano insinuato una volontà politica di opporsi agli obblighi derivanti dalla convenzione di Merida – aggiunge -. Auspico che nel futuro cessino queste strumentalizzazioni, che non giovano all’immagine del nostro Paese e tantomeno all’efficacia dell’Amministrazione della giustizia”.

Anac: “Sentenze Consulta si rispettano, ma restano vuoti e incertezze”

“Le sentenze della Corte costituzionale si rispettano. Ne prendiamo atto e leggeremo le motivazioni, ma i vuoti lasciati dall’abrogazione del reato di abuso d’ufficio restano”. Così il presidente dell’Anac Giuseppe Busia, contattato da LaPresse, in merito alla sentenza della Corte Costituzionale che ha ritenuto infondate le questioni di legittimità costituzionale sollevate sull’abrogazione del reato di abuso d’ufficio. “Restano una serie di incertezze e il promesso rafforzamento della tutela amministrativa, di cui si era parlato visto che viene meno quella penalistica, ancora non c’è stato, anzi vediamo passi indietro anche sulla normativa anti-corruzione preventiva”. “Restiamo fuori dal dibattito e da ogni polemica politica, ma l’immagine di imparzialità della pubblica amministrazione che è un bene necessario, va sempre tutelata”, conclude.