L’eurodeputato Marco Falcone, vice capo delegazione di Forza Italia al Parlamento Europeo, annuncia che dall’ufficio dei suoi assistenti parlamentari sono stati rimossi i sigilli che erano stati posti dalla polizia belga nell’ambito dell’indagine per presunta corruzione a vantaggio della società cinese Huawei. “In relazione alle vicende che, negli ultimi giorni, hanno riguardato l’ufficio dei miei assistenti parlamentari a Bruxelles, intendo rendere nota l’avvenuta restituzione nella nostra piena disponibilità di tali locali, interdetti dalle autorità lo scorso giovedì. Ieri pomeriggio la Dg Safe del Parlamento Europeo ha rimosso i sigilli che, voglio ricordarlo, erano stati collocati malgrado la totale estraneità – mia e dei miei assistenti Francesco Vasta e Paolo Campisi – all’inchiesta su Huawei“, ha dichiarato l’eurodeputato forzista. “Tra l’altro – aggiunge Falcone – la nostra attività parlamentare e gli incontri svolti con i portatori di interesse, in questi mesi, non hanno mai riguardato tale ambito. Stiamo valutando in queste ore l’opportunità di rivalerci nelle sedi opportune per il danno d’immagine arrecato, in questi giorni, dai fatti verificatisi”.
Intanto, nell’ambito dell’inchiesta federale sui lobbisti Huawei per i reati di criminalità organizzata, riciclaggio di denaro e corruzione, il giudice istruttore belga ha, ad oggi, incriminato e arrestato quattro persone per corruzione e associazione a delinquere, mentre una quinta persona è stata accusata di riciclaggio di denaro e rilasciata sotto condizioni. Lo comunica la procura federale belga in una nota, precisando che le quattro persone arrestate sono comparse dinanzi alla Camera preliminare, che ha deciso di estendere la custodia cautelare. Inoltre ieri, lunedì 17 marzo, sono state condotte nuove perquisizioni, questa volta negli uffici del Parlamento europeo a Bruxelles.