L'incontro a Palazzo Chigi per discutere della riforma della giustizia e della separazione delle carriere

La giunta dell’Associazione Nazionale Magistrati (ANM) ha incontrato a Palazzo Chigi la Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, per discutere della riforma della giustizia. Questa riforma prevede la separazione delle carriere tra giudici e pubblici ministeri, l’istituzione di un doppio Consiglio Superiore della Magistratura (CSM) e di un’Alta Corte Disciplinare. Tutti e dieci i componenti della nuova giunta dell’ANM indossavano una coccarda tricolore, simbolo dell’Italia unita, come spiegato dal presidente del sindacato delle toghe, Cesare Parodi. 

Le toghe guidate dal neo presidente dell’ANM, Cesare Parodi

“È stato un incontro lungo, con un ampio scambio di opinioni, ma non ha portato a sostanziali modifiche delle nostre posizioni né di quelle del governo. Tuttavia, è stato utile per spiegare nel dettaglio le ragioni tecnico-giuridiche che ci portano a non condividere questa riforma. Abbiamo preso atto della volontà del governo di procedere senza tentennamenti né modifiche”, ha dichiarato Parodi al termine dell’incontro durato oltre due ore. 

Molti gli argomenti trattati nell’incontro

ANM

Alla domanda se l’incontro fosse stato un fallimento, Parodi ha risposto: “In tutta sincerità, non mi aspettavo di più e non lo considero un fallimento. Lo considero un momento di chiarezza per la prosecuzione della nostra attività e per farci capire dalla gente. In qualche modo ci aiuta, perché sappiamo che questo processo è destinato a proseguire, legittimamente, come una procedura costituzionale che rispettiamo e nella quale ci inseriremo come cittadini nel dibattito democratico”. 

Parodi ha inoltre chiarito che, contrariamente a quanto riportato dai giornali, nessuna offerta è stata fatta: “Era evidente che il governo sapeva benissimo che non potevamo offrire nulla in cambio. Siamo venuti solo con la nostra coscienza e onestà intellettuale a presentare le nostre idee. Non è stata una trattativa, né volevamo che lo fosse, perché non abbiamo nulla da offrire se non la nostra lealtà e i principi in cui crediamo”. 

 

Durante l’incontro non è stato toccato l’argomento del  sorteggio temperato, ha chiarito Parodi: ” Io ero assolutamente convinto che nessuna formula intermedia sarebbe arrivata. Anche prima una ragione di tempi: la riforma non può tornare indietro se il governo vuole approvare in questa legislatura. Allora evidentemente non può neanche fare una piccola correzione perché altrimenti dovrebbe ripartire da capo alle Camere e i tempi non ci sono. Forse è meglio così: chiarezza per tutti, rispetto per tutti. Noi andiamo avanti con serenità, e se la riforma sarà approvata saremo i primi evidentemente ad applicarla”. 

Infine, Parodi ha riferito che sia la Presidente Meloni che il Ministro Nordio hanno smentito la notizia riportata dal Fatto Quotidiano, secondo cui il governo lavorerebbe per togliere il controllo della polizia giudiziaria ai pubblici ministeri: “Entrambi hanno detto che non hanno intenzione di dare corso a questa illazione giornalistica, il che ci tranquillizza su questo aspetto. Tuttavia, su tutti gli altri punti, il quadro non è cambiato”. “Sul tema della riforma non abbiamo ulteriori appuntamenti col governo, speriamo di averne per quanto riguarda invece gli altri aspetti che sono assolutamente importanti. Noi abbiamo espresso con molta chiarezza le nostre posizioni, ma con non c’è nessuna forma di possibile contatto evidentemente”. “Su questo tema andremo avanti per conto nostro – aggiunge Parodi – perché è giusto che il dibattito continui”. E proseguiremo la mobilitazione “cercando la gente, cercando i corpi intermedi, cercando degli interlocutori, cercando di far capire quello che molte persone non credono. Tanti pensano veramente che noi siamo qui per difendere interessi corporativi, la casta, i privilegi. Se noi non battiamo queste convinzioni, se non lo facciamo con estrema forza e capacità, la partita è persa fin l’inizio”. 

“C’è stato un discorso molto importante che ci tenevo a fare” al governo: “chiedere, al di là del discorso sulla riforma, un maggiore rispetto per i magistrati che vengono spesso accusati di produrre dei provvedimenti non giurisdizionali ma ideologici”, ha concluso Parodi. 

La nota di Palazzo Chigi

La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in occasione dell’incontro con l’Anm sulla separazione delle carriere, ha ringraziato l’associazione “per le osservazioni e gli spunti emersi nel dibattito e ha annunciato la disponibilità di aprire un tavolo di confronto sulle leggi ordinarie di attuazione della riforma e sul documento in otto punti presentato dall’Anm, che riguarda l’amministrazione della giustizia”. Lo riferisce una nota di palazzo Chigi.

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