“Quanto è avvenuto riguardo a Striano è del tutto incomprensibile. Come facevano le realtà che avevano in qualche modo un ruolo sovraordinato alle banche dati a non avere una evidenza degli alert che scattavano su accessi anonimi e ripetuti da parte di Striano?”. Così all’uscita dalla Commissione antimafia Raffaella Paita, senatrice di Italia Viva, rispondendo alle domande dei cronisti sul caso dossieraggio e del finanziere Striano. “È evidente ci siano due possibilità: o le cose non venivano dette oppure quegli alert erano tarati su una quantità di accessi troppo alta rispetto a quanto è avvenuto”, spiega la senatrice, che però aggiunge: “Siccome Striano ha fatto oltre 20mila accessi è del tutto evidente che il sistema non ha funzionato”. “Un Paese che non ha gli anticorpi per vedere che ci sono accessi degli anomali nel sistema su banche dati estremamente sensibili è qualcosa che deve preoccupare tutti“. Paita allarga quindi lo sguardo, inserendo nel discorso il caso del sistema Paragon: “Bisogna capire che in questo Paese qualcosa non funziona” e nello specifico, interrogandosi sul caso Paragon, “bisogna capire davvero chi ha utilizzato quel sistema, nella direzione di chi, a quale scopo”, concludendo: “Non si può scappare dal parlamento per non dirlo”.