Per la vicenda sono indagati la premier Giorgia Meloni, i ministri Piantedosi e Nordio e il sottosegretario Mantovano
È stato arrestato il 21 gennaio 2025 e poi rilasciato a Torino Osama Najeem Almasri, capo della polizia giudiziaria libica. L’uomo, sul quale pendeva una segnalazione dell’Interpol, è accusato di violenze nella prigione di Mitiga.
Almasri era stato arrestato domenica 21, ma il provvedimento non è stato convalidato, e pertanto il cittadino libico è stato espulso e rimpatriato. La mancata convalida riguardava un ‘vizio procedurale’ legato all’arresto. Per questa faccenda la premier Giorgia Meloni, i ministri Nordio e Piantedosi e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Mantovano sono indagati per favoreggiamento e peculato.
Il rimpatrio è avvenuto con un volo di Stato italiano, dove è stato accolto come un eroe. Quello che è considerato il ‘torturatore libico’ di una delle prigioni principali di Tripoli, secondo quanto riferito dal ministro Piantedosi in Parlamento, era “pericoloso” per la “sicurezza” del nostro Paese e per questo una volta scarcerato è stato immediatamente mandato in Libia. Anche la premier Giorgia Meloni ha ribadito che si trattava di una questione di sicurezza.
Sul caso è intervenuta anche la Corte penale internazionale (Cpi) che ha ‘bacchettato’ l’Italia chiedendo spiegazioni sull’accaduto.
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