Manovra, ancora stallo in commissione. Le opposizioni: “Intervenga Giorgetti”

Formalmente non sono ancora stati depositati gli emendamenti del governo

 Gli emendamenti del governo non sono pronti, mancano le relazioni tecniche anche per quelli dei relatori, così i lavori della commissione sabato si fermano a metà pomeriggio. A Montecitorio le ore passano con i relatori a conclave a limare i testi e le opposizioni che attaccano. Il risultato è che le votazioni non riprenderanno prima di lunedì mattina e lo stallo in commissione fa slittare l’approdo in Aula della Manovra, fissato dalla capigruppo per lunedì alle 15. La maggioranza punta comunque a consegnare la Manovra prima di Natale, con l’ok anche in Senato, riprendendo lunedì con una seduta a oltranza fino a martedì mattina, prima delle comunicazioni alla Camera della presidente del Consiglio Giorgia Meloni in vista del Consiglio Ue, e poi portare in Aula il testo mercoledì. Una road map che scatena le proteste dell’opposizioni. “Non ci preoccupata tanto che arriveremo davanti a Giorgia Meloni senza nemmeno una doccia – incalza Marco Grimaldi (Avs) – ma che vogliono imbavagliare e comprimere il dibattito, facendo passare le loro priorità: stipendi ai ministri, concessione Anas, concessioni quarantennali per la rete elettrica, taglio effettivo del reddito d’inclusione”.

“Di fronte a quello che abbiamo visto in questi giorni l’unica cosa che può avvenire è che Giorgetti si prenda la responsabilità di aver riscritto una Manovra che non funziona”, la protesta della capogruppo del Pd Chiara Braga. I leader dell’opposizione tornano ad attaccare sull’aumento degli stipendi dei ministri non eletti. “Mentre con una mano aumentano gli stipendi ai ministri, con l’altra bloccano il salario minimo. Che non si dica che questo Governo non sa scegliere le priorità…”, ironizza la segretaria Pd Elly Schlein. Così anche il presidente M5s Giuseppe Conte: “Avevamo chiesto col salario minimo di alzare lo stipendio a chi guadagna 4 o 5 euro l’ora, invece Meloni propone il ‘salario al massimo’ per i ministri”. Guido Crosetto difende la misura, ma “siccome non ci servono inutili polemiche pretestuose per smorzarle – propone il ministro della Difesa – basta prevedere che non valga per gli attuali membri del Governo non parlamentari ma solo per i ministri dei futuri Governi”.Da ore è pronto e circola informalmente tra i parlamentari quello che è stato ribattezzato un ‘mini-maxi emendamento’ con una quarantina di modifiche del governo alla Manovra, che prevede gli attesi interventi sull’Ires premiale, una parziale marcia indietro sulla tassazione sulle cripto-valute (perorata dalla Lega) e la web tax (spinta da FI), la dote di famiglia (proposta da FdI), i fondi per le scuole paritarie (di Noi moderati). Interventi calibrati con il bilancino per accontentare le diverse anine della maggioranza, che riformulato – anche se ridimensionano – emendamenti depositati dai gruppi. Verranno “uniti per omogeneità di materia” e presentati in tre emendamenti dei relatori, spiega ad Atreju in una pausa dei lavori Ylenja Lucaselli, relatrice di Fratelli d’Italia: “Abbiamo verificato che per alcuni argomenti c’erano tanti emendamenti e quindi li abbiamo uniti, abbiamo cercato un punto di caduta comune soprattutto abbiamo cercato le coperture”.

Tra questi l’atteso sconto di 4 punti percentuali dell’imposta sulle società. L’aliquota agevolata si applica se “una quota non inferiore all’80% degli utili” è accantonato in una apposita riserva e un ammontare non inferiore al 30% di questi è destinata a investimenti in beni strumentali in stabilimenti avente sede in Italia. Lo sconto andrà a condizione che le aziende aumentino gli occupati a tempo indeterminato di almeno l’1% e non abbiano fatto ricorso alla cassa integrazione. L’intervento sarà finanziato con un aumento temporaneo dall’Ires delle banche. Spunta anche bonus fino a 200 euro per la rottamazione dei grandi elettrodomestici. E il ‘Fondo dote famiglia’ da 30 milioni da destinare alle attività sportive e ricreative per bambini e ragazzi da 6 a 14 anni: rispetto alla proposta originaria di FdI, la misura è più restrittiva, andrà a famiglie con Isee pari o inferiore a 15mila euro mentre in origine la soglia era 35mila. Infine, il contributo per le scuole paritarie, sarà di 50 milioni ma andrà a quelle che accolgono alunni con disabilità.