Il sindaco: "Vogliamo continuare ad essere una città aperta e accogliente anche delle idee e dell'innovazione"

“Milano non vuol arrendersi alla banalità del mainstream, non rinuncia alla volontà di reinventarsi, che vuole continuamente fare della conoscenza l’occasione e il motore della sua evoluzione, della sua identità, della sua ferma determinazione ad essere uno dei centri di elaborazione di un nuovo mondo”. Lo ha detto il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, in occasione della consegna degli Ambrogini e che vede tra i premiati anche l’Ispi, l’Istituto di politica internazionale.

“Noi vogliamo continuare ad essere una città aperta e accogliente non solo delle vite di chi bussa alle nostre porte bensì delle idee, dell’innovazione e delle nuove sintesi che determineranno il futuro dei nostri figli e di quelli degli altri – ha affermato – Questo premio è la risposta di Milano a chi non studia e, invece, vive di slogan, di invettive, senza mai rendersi conto della responsabilità di dare qualche risposta di visione e di concretezza alla nostra fame di comunità”. “Milano ha tutto per rispondere a questa sfida, come la storia dell’Ispi dimostra. Abbiamo le università, le imprese, il terzo settore, le associazioni e quanto è necessario per essere protagonisti di questa riflessione – ha concluso – Il mio è un appello e vuole essere uno sprone a superare le banalità e a studiare insieme il mondo di domani”.

Sala: “Con Ambrogini premiato chi contribuisce al bene della città” 

“Anno dopo anno, ogni 7 dicembre sfilano davanti a me, davanti a noi, decine di premiati: uomini e donne che fanno per bene le loro professioni, che contribuiscono al bene delle persone che lavorano con loro e che, soprattutto, contribuiscono in modo decisivo al bene della città tutta”. Lo ha detto il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, in occasione della consegna delle Civiche benemerenze, gli Ambrogini d’oro. “Molte possono essere le risposte, è ovvio. Ma le ragioni per cui quest’anno è stata assegnata all’Ispi (l’Istituto per gli Studi di Politica Internazionale) la Grande Medaglia d’Oro ci danno degli indizi – ha affermato – Innanzitutto, che non possiamo mentire a noi stessi. Diciamoci la verità, siamo un po’ avvolti da una nebbia di incertezza, di smarrimento del senso comune, di difficoltà a individuare ciò che è vero e ciò che è falso”.”È una nebbia in cui tutto si confonde, i meriti, gli interessi, gli schieramenti e anche in chi si può, o si deve, aver fiducia.È una nebbia da cui, ed è un peccato, non emerge più nessuno: le fortune politiche e i consensi sono effimeri, tutto sembra destinato a sciogliersi nel nulla – ha sottolineato – Questo senso di confusione, di indefinitezza colpiscono in particolare i giovani, che vediamo spesso arrancare alla ricerca di sensi più profondi di quelli offerti loro dal mare delle opinioni”. 

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