Poche ore dopo, la Lega si astiene e fa bocciare un emendamento degli azzurri sulla sanità in Calabria

Dopo giorni di divisioni nel governo sul tema del canone Rai, con la Lega che spinge per il taglio e Forza Italia che non è d’accordo, il governo va sotto nella votazione in Senato. “Maggioranza in frantumi, governo allo sbando”, accusa la leader del Pd Schlein. “Voto sul canone Rai: sono andati sotto. La Lega e Fdi hanno votato a favore, Forza Italia contro insieme alle opposizioni compatte. È ufficiale: in Commissione Bilancio la maggioranza non c’è più. Quando le opposizioni si uniscono, senza veti, non solo vincono le elezioni ma ottengono risultati anche in Parlamento”, ha scritto su X la senatrice IV Raffaella Paita.

Fonti Chigi: “Questo inciampo non giova a nessuno”

“Il Governo è fortemente impegnato nel sostegno a famiglie e imprese, operando sempre in un quadro di credibilità e serietà. L’inciampo della maggioranza sul tema del taglio del canone Rai non giova a nessuno”. È quanto riferiscono fonti di palazzo Chigi.

Maggioranza va di nuovo sotto, Lega non vota emendamento FI su Calabria

Poche ore dopo, la maggioranza è andata di nuovo sotto sempre sul decreto fiscale. Secondo quanto viene riferito, infatti, è stato bocciato un emendamento di Forza Italia a firma Paroli e Lotito sui bilanci della sanità in Calabria. La Lega si è astenuta, facendo così bocciare la proposta di modifica presentata dall’alleato. Il governo si era rimesso alla commissione. 

Domani provvedimento in Aula al Senato con voto di fiducia

In ogni caso, il decreto approderà domani, giovedì, in Aula a Palazzo Madama, e il Governo apporrà la fiducia. È quanto appreso al termine della conferenza dei capigruppo del Senato. In Aula arriverà anche il bilancio del Senato. Salta, secondo quanto stabilito dai capigruppo, il question time, per arrivare al voto sulla fiducia già in serata. 

Verso fiducia anche alla Camera, si vota mercoledì

Il decreto arriverà invece nell’Aula della Camera martedì 3 dicembre, dalle 16, per la discussione generale. E anche qui verrà posta la questione di fiducia da parte del Governo. È quanto si apprende al termine della conferenza dei capigruppo di Montecitorio. Le dichiarazioni di voto e il voto sulla fiducia si svolgeranno nella giornata di mercoledì 4 dicembre a partire dalle 16.20. Mentre la chiama avrà inizio alle 18. Il voto finale, invece, è previsto per la mattinata di giovedì 5 dicembre.

Meloni: “Sono schermaglie, niente di serio”

La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha minimizzato la portata della questione. “Sono schermaglie, non ci vedo nulla di particolarmente serio“, ha detto la premier prima di intervenire ai ‘Rome Med Dialogues’.

Meloni: “Trovato accordo in Libano, possiamo farlo anche sulla Rai”

Se abbiamo trovato l’accordo per un cessate il fuoco in Libano possiamo farlo pure sul canone Rai…“, ha poi ironizzato ancora Meloni con i cronisti. 

Salvini: “Nessun problema in maggioranza, altri tre anni davanti”

Riduce la portata della questione anche il leader della Lega, Matteo Salvini, che intervenendo al convegno ‘Energia ed Europa’ a Roma ha risposto così a chi gli ha chiesto se si fosse sentito con il segretario di Forza Italia, Antonio Tajani: “Aveva da fare, sento Giorgia Meloni tutti i giorni. Non c’è nessun problema in maggioranza, abbiamo di fronte altri tre anni“. Cosa succederà quindi nella maggioranza? “Nulla, è più che altro un dibattito giornalistico. Ci occupiamo come ministri di temi molto concreti“. 

Salvini: “Anche per Berlusconi canone Rai era gabella, perché no di FI?”

Sul merito, però, Salvini non si è risparmiato nelle stoccate all’alleato di maggioranza. “Io ricordo che l’amico Berlusconi anche lui riteneva che il canone Rai fosse una gabella su cui riflettere. Io sarei per la cancellazione. Si è votato oggi quello che l’intero governo e l’intera maggioranza ha votato l’anno scorso. Perché quest’anno la stessa roba non va bene?”, ha detto. 

Tajani: “Taglio del canone Rai non utile, era solo partita di giro”

“Noi non abbiamo votato un emendamento che prevedeva il taglio del canone Rai di 20 euro perché lo consideravamo sbagliato e non utile ad abbassare la pressione fiscale. Perché, approvando questo emendamento, bisognava trovare 430 milioni dal bilancio per finanziare la Rai con una spesa di 50 centesimi per ogni cittadino italiano, perché questo avrebbe portato il taglio del canone Rai annuale, invece con quei 430 milioni si possono tagliare le tasse, si possono utilizzare per il taglio dell’Irpef, si possono utilizzare per l’aumento delle pensioni minime, si possono usare per altre iniziative per esempio rinviare ancora la flat tax”. Così il vicepremier e segretario di FI, Antonio Tajani, arrivando alla giornata conclusiva della decima edizione dei Rome Med Dialogues, la conferenza organizzata dal Ministero degli Esteri italiano e da Ispi.

“Quattrocentotrenta milioni sono tanti – aggiunge – noi siamo assolutamente favorevoli ad abbassare la pressione fiscale, siamo sempre stati in prima linea, ma questa proposta tecnicamente non avrebbe portato nessun risultato perché si trattava soltanto di una partita di giro. Ai cittadini sarebbero stati tolti 430 milioni che andavano alla Rai. Invece con 50 centesimi per ogni cittadino italiano non si vanno a toccare quei 430 milioni che devono invece essere messi per tagliare veramente le tasse in maniera strutturale”.

Gasparri: “Non faceva parte del programma”

“L’abbiamo detto, è la posizione che avevamo da sempre. Non c’è nessun problema”, il taglio del canone Rai “non era una cosa che faceva parte del programma di governo o di intese, era una posizione. Anche a noi a volte capita di fare delle proposte che non vengono condivise dagli altri. Può capitare a tutti, non darei nessun valore particolare”. Così a LaPresse il capogruppo di Forza Italia in Senato Maurizio Gasparri, dopo la bocciatura dell’emendamento della Lega al dl Fiscale sul canone Rai, contestato dagli azzurri. “Capita a tutti avere proposte che non vengono condivise, non vorrei dare alla cosa più importanza di quanto non abbia e non incide sul percorso comune, che già nei prossimi minuti ci vedrà approvare un importante legge per abolire il quiz a Medicina”, ha concluso. 

Salvini: “Lavoriamo per ridurre le tasse, il canone è solo una di queste”

“Stiamo lavorando per cercare di ridurre le tasse a carico degli italiani, il canone Rai è una di queste, ma non è la nostra attività centrale”. Lo dice il vicepremier e ministro dei Trasporti, Matteo Salvini a Rtl 102.5. “Abbassare il costo del canone Rai è da sempre un obiettivo, non della Lega, ma del centrodestra. Forza Italia non vuole? Mi dispiace, non per la Lega ma per gli italiani per cui quella tassa avrebbe potuto essere tagliata. Se non sarà così, lavoreremo lo stesso su altri fronti”, aggiunge. 

Schlein: “Lega contro FI, governo allo sbando”

“Il governo è allo sbando”, attacca la leader del Pd Elly Schlein. “Emendamento della Lega bocciato per i voti di Forza Italia, che ha votato contro come le opposizioni. La maggioranza è in frantumi e le divisioni sono evidenti. Sono allo sbando, troppo impegnati a litigare tra loro, a competere anziché governare il Paese. E intanto non si occupano della salute e dei salari, dei problemi concreti degli italiani”, ha affermato la segretaria del Partito Democratico. 

Schlein: “Incapaci a governare il Paese, troppo presi a litigare”

In serata, poi, Schlein ha rincarato la dose: “Nello spazio di una mattina governo e maggioranza sono riusciti ad andare sotto due volte. Sono incapaci di governare il Paese, troppo presi a litigare tra di loro, a competere tra di loro, a farsi reciproche ripicche. Il Paese ha bisogno di serietà. Non si stanno occupando invece dei problemi concreti degli italiani a partire dalla salute e dai salari”. Queste le parole della leader dem arrivando al teatro Palladium di Roma per un convegno del Pd su università e ricerca. 

Conte: “Divisi su tutto, Meloni chiarisca se c’è ancora maggioranza”

Divisi in Europa, sulla politica estera e oggi anche in Parlamento, con la maggioranza che non ha i numeri in Commissione e va sotto: l’unità professata da Meloni è un altro film di fantascienza girato a Chigi. La premier chiarisca se esiste ancora la maggioranza. I cittadini non hanno tempo da perdere: mentre loro litigano c’è un Paese che soffre in attesa di un provvedimento contro il carovita, di una visita in ospedale, di un treno che non passa”. Così il presidente M5S Giuseppe Conte sui social.

Il commento del Codacons

Il mancato taglio del canone Rai costerà alle famiglie italiane tra i 420 e i 430 milioni di euro nel 2025. Lo denuncia il Codacons, commentando la bocciatura in Commissione bilancio del Senato all’emendamento della Lega per il taglio del canone da 90 a 70 euro. “Il canone di abbonamento alla televisione è dovuto da chiunque abbia un apparecchio televisivo, e dal 2016 è stata introdotta la presunzione di detenzione dello stesso apparecchio nel caso in cui esista un’utenza per la fornitura di energia elettrica nel luogo in cui una persona ha la propria residenza anagrafica. I titolari di utenza elettrica per uso domestico residenziale sono quindi tenuti al pagamento del canone mediante addebito nella fattura della luce” spiega il Codacons.

“Prima dello sconto da 90 a 70 euro, il canone Rai generava introiti per circa 1,9 miliardi di euro annui: questo significa che, con la mancata proroga del taglio, le famiglie italiane a partire dal 2025 dovranno mettere in conto una maggiore spesa complessiva tra i 420 e i 430 milioni annui a titolo di canone”. “Riteniamo tuttavia che i tempi siano oramai maturi per procedere ad una abolizione totale del canone Rai, considerato il nuovo scenario del mercato televisivo italiano e la possibilità per la Rai di concorrere ad armi pari con le altre reti attraverso la raccolta pubblicitaria”, conclude il presidente, Carlo Rienzi.

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